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Il virus sovrano
a cura di Fulvia
Gioffrè
Ma di cosa stiamo
parlando? Eppure ogni mattina ci alziamo, trepidanti accendiamo la TV
nella speranza che “questa cosa invisibile”, che certe volte
pensi sia un'invenzione della tua mente, che non è vero che esiste,
è solo uno sberleffo della natura, che si prende i suoi spazi e ti
tiene come un aguzzino relegata dentro, che ride di vederti oppressa,
senza aria, senza amici, senza cure, come fino ad oggi e' stato il
suo destino. E poi il silenzio delle strade stridente in contrasto al
rumore della tv dove la gente parla,parla dicendo dall'alto della
loro sapienza la “verità “e il suo contrario, in un'altalenanza
di pareri e di opinioni. E tutto sembra uno spettacolo in cui sono
tutti attori di se stessi,inorgogliti nel loro ruolo. Mai come in
questo momento si e' diventati tuttologi. Sappiamo tutto del virus,
come si presenta morfologicamente, cosi' spinoso come un riccio; la
terapia da adottare nel momento in cui dovessimo ammalarci a dispetto
del dire di tutti questi scienziati che compaiono come soubrette
sullo schermo. Io dico basta a questo teatrino! La mattina presto
comincio la mia attività ginnica, imparo l'inglese da casa,prendo
integratori, cosi' quando uscirò da questo momento buio sarò
forte ed energica da potermi appropriare di nuovo della mia vita e se
saremo poveri, perché questo e' il destino che ci aspetta ,viaggerò
con i miei sogni e racconterò ai miei bambini quello che nel mondo
c'è di bello e lotterò affinché i miei figli e i miei nipoti
capiscano che per nessun motivo si possa sottostare ad una forma di
prevaricazione, che ha imposto la privazione di un ultimo atto
d'amore a chi nella vita non ha mai finito di dare e che ha strappato
la sacralità della celebrazione della morte. Spiegherò loro che
non ci può essere nessun motivo o catastrofe al mondo che possa
giustificare quello che oggi e' avvenuto, che l'anzianità non e'
una mezza malattia, ma una condizione suprema dell'essere umano da
tutelare ed onorare. Questo momento mi ha fatto riflettere e capire
quanto importanti siamo state, quale contributo alla società
abbiamo dato e quanto di questo debba rimanere nella memoria delle
generazioni future e perché quindi chiedere rispetto sia una giusta
pretesa insieme a una carezza nel momento del saluto.
22 aprile 2020
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