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La Prima operaia di Maria Procopio

Saluti a cura di Paola Nucciarelli

Ringrazio a nome della Biblioteca delle Donne l’amministrazione comunale nelle persone del sindaco Ernesto Alecci e dell’assessore con delega alla cultura Emanuele Amoruso per il patrocinio e la libreria Incontro per aver organizzato questo evento insieme a noi. Questa sera siamo particolarmente felici di presentare il libro di Maria Procopio come Biblioteca delle Donne, perché Maria, in linea con lo spirito della nostra associazione ha voluto dare visibilità al lavoro e alla figura di una donna, Maria Innocenza Macrina. La Biblioteca delle Donne, lo vorrei far presente per chi ancora non ci conosce e proprio perché presentiamo il libro di una nostra socia, è attiva a Soverato da circa 25 anni. È una vera e propria biblioteca situata al I piano del palazzo di Città accanto alla Biblioteca Comunale ed è aperta al pubblico 5 giorni alla settimana per la consultazione e il prestito grazie al lavoro volontario delle socie. La nostra è una biblioteca  specialistica: possiede migliaia di opere scritte dalle donne sia di narrativa che di poesia, ma anche di saggistica nonché biografie e testimonianze. Nei nostri scaffali sono presenti anche molte annualità di riviste specialistiche come DWF, Leggendaria e Noi Donne, I sottosopra, Via Dogana… e centinaia di titoli in DVD di registe.   IL NOSTRO SCOPO, come associazione, È STATO, ED È TUTT’ORA, QUELLO DI DIFFONDERE, DIVULGARE, DARE VISIBILITÀ AI SAPERI E ALLA CULTURA DELLE DONNE QUALE ESPRESSIONE DI UNA VISIONE DEL MONDO ALLA LUCE DELLA DIFFERENZA SESSUALE; realizziamo tale fine, oltre che in presenza attraverso tante iniziative, dandone testimonianza sul nostro sito www.bibliotecadelledonnesoverato.it e postando i nostri progetti anche  su diversi social come Facebook, Instagram e YouTube per avere sia più visibilità che per avvicinarci ai giovani e alle giovani, il nostro futuro e la nostra speranza. Il nostro intento è stato anche quello di creare una rete di relazioni politiche tra donne tese ad affermare libertà e autorità femminile e nello stesso tempo di creare una rete di rapporti positivi tra donne e uomini AL FINE DI TRASFORMARE LA CULTURA PATRIARCALE ESISTENTE PERCHÉ SIAMO CONVINTE CHE IL PATRIARCATO SIA UNA FORMA DI ORGANIZZAZIONE SOCIALE CHE NON FACCIA SICURAMENTE VIVERE BENE LE DONNE, MA NEPPURE a molti UOMINI, OPPRESSI DA CERTI STEREOTIPI. Il nostro lavoro come associazione consiste nell’organizzare seminari interni, letture critiche e dibattiti che producono anche scrittura.  Intrecciamo  anche relazioni con altri enti quali le Librerie delle Donne sparse in tutto il territorio italiano come quella di Milano, di Bologna…, con movimenti come Se non ora quando, con Non una di meno con gli Stati generali delle Donne e così via,… Qui a Soverato, che ha ricevuto grazie al nostro lavoro anche quest’anno l’onorificenza di “Città che legge” dal Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo, oltre a progetti per tutta la cittadinanza come opere teatrali, mostre fotografiche, presentazioni di libri e film, operiamo da sempre in maniera sistematica con le scuole del territorio, con gli studenti e le studentesse dalla scuola elementare fino agli ultimi anni delle superiori al fine di  infondere loro una visione del mondo meno stereotipata sui generi e più tollerante. Lottiamo da sempre per l’utilizzo del linguaggio sessuato che finalmente si è affermato anche sui media vedi l’utilizzo di ministra o sindaca o avvocata…che sono diventati vocaboli di uso comune… poiché i generi sono due e ricondurre tutto al maschile considerandolo neutro fa “sparire” di fatto il genere femminile che invece ha concorso e concorre alla struttura sociale di una comunità, di un Paese. Insieme a me stasera ci sono due donne di cultura femminista, due professioniste socie della Biblioteca delle Donne, Maria Grazia Riveruzzi già docente di storia e filosofia e Maria Procopio, psicologa e autrice del libro “La prima operaia” ed. Rubbettino di cui parleremo adesso. Abbiamo poi il grande piacere di avere con noi Giorgia Rombolà una professionista e giornalista Rai che riesce, immagino con grandi sacrifici comuni a tante donne, a conciliare la vita privata con un lavoro impegnativo. Grazie dell’attenzione.

Soverato, 10 agosto 2020

 
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