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Una
cosa che volevo dirti da un po’
a
cura di Rita Punzi
Autrice
Alice Munro
Giulio
Einaudi Editore
Collana
Supercoralli
Anno
2016
Pagine
280
Alice Munro,
scrittrice canadese, premio Nobel per la letteratura nel 2013 ,
scrive storie , racconti, narrativa breve già dagli anni ‘60 . E’
una tra le più grandi autrici in lingua inglese, ha ricevuto molti
premi e riconoscimenti, anche se ha impiegato molto tempo per
affermarsi nel gotha della letteratura internazionale causa la
convinzione che il genio di un autore si misuri con
la lunghezza delle sue opere .La
sua prima pubblicazione è
del 1968 “La danza delle ombre felici” . Dal 1970 le sue opere
sono apparse regolarmente sul giornale “NEW YORKER “; I suoi
racconti sono ambientati nella provincia canadese tra gli anni Trenta
e Ottanta .
“Una
cosa che volevo dirti da un po’” è il titolo del libro ,ma anche
il titolo del primo dei tredici racconti e suggerisce anche la
tematica di tutta la raccolta : frasi non dette ,antichi rancori
,segreti mai svelati, custoditi da madri , mogli , sorelle , amiche ,
amanti ; per preservare fragili ma preziosi equilibri esistenziali .
Nel
racconto :”Una cosa che volevo dirti da un po’” ; la gelosa ET
descrive Blaike , l’ex compagno della sorella – un dongiovanni
incallito - e il modo con cui guarda una donna, con l’espressione
: “Gli dava l’aria di volersi presentare come un palombaro che
si cala nel freddo deserto degli abissi e tra i relitti per portare
alla luce un’unica cosa piccola e preziosa che gli stava a cuore,
difficile da individuare come può esserlo un rubino sul fondo
dell’oceano. (pag .5)
La
Munro procede con una capacità di analisi che scava nel subconscio e
fa emergere ferite nascoste e mai dimenticate : ogni persona può
custodire un tesoro pericoloso, un inestimabile rubino .
Il
mondo della Munro è quasi sempre al femminile e la sua narrazione
procede quasi sempre in prima persona. Sono donne le sue, inclini a
raccontare se stesse e le persone con cui si rapportano, donne che
raccontano l’amore , con nostalgia ,rammarico , rancore e
delusione. Ogni racconto apre una breccia temporale che procede a
ritroso , non porta conforto, non risolve conflitti anzi: li rinnova
. In alcuni racconti restituisce un frammento d’infanzia : La Barca
ritrovata – I Giustizieri pag.156 /164 ; in altri si percepisce il
peso della vecchiaia e il cambiamento dei rapporti genitori /figli :
Marrakesh –Vento di Primavera pag.228 ; in altre si coglie la vita
di donne nel pieno della loro maturità : Come ho conosciuto mio
marito – Perdono in famiglia – Dimmi se è un si o no –La Dama
spagnola – Cerimonia di commiato- L’Ottawa Valley .
Il
tradimento è spesso al centro di una storia sofferta .Solo un
racconto ha un protagonista maschile : Camminare sull’acqua . La
figura paterna ,si percepisce , lambisce i racconti perché o é
andato via , o perché malato o morto. Ma per la scrittrice la figura
paterna rappresenta il “senso di scoraggiamento” sue sono le
parole che riporto (sue del padre ) :“Allora non ho letto di tè
sul Maclean’s”; oppure se gli capitava di leggere qualcosa sul
mio conto, diceva :” Mah, non mi è sembrato un granché, come
articolo “. Il “ senso di scoraggiamento” è uno dei
grandi nemici della Munro; e i suoi personaggi cercano di combatterlo
in ogni modo: combattendo le tradizioni opprimenti, le aspettative
asfissianti degli altri , le regole di condotta che soffocano e
reprimono l’anima. IL mondo che circonda i personaggi è ugualmente
descritto in modo realistico per offrire al lettore un quadro
veritiero del momento vissuto .
Denominatore
comune nei suoi racconti ,invece, è la mamma : donna sola e spesso
malata ,e come da tutto ciò si sviluppi la vita dei figli.
“Cerimonia
di Commiato”, è il rapporto tra due sorelle,e il diverso modo di
affrontare le avversità della vita,cosi come avevano vissuto la
malattia della madre : “LE cose per me sono più semplici, è
ovvio,perché sono la secondogenita – Sono libera dai sensi di
colpa sono toccati tutti ad Eileen “. pag235/236.
Nel
racconto (L’Ottawa Valley) ,l’ultimo ,confessa che ha scritto
questo libro per parlare di lei .della mamma e ne parla quasi per
metabolizzarla anche se si rende conto che” lei” le resterà
sempre attaccata è parte di sé della sua vita .
Possiamo
dire ,quindi , che questo libro è una raccolta di sentimenti , di
verità scomode mai lasciate affiorare per non ferire gli altri e
forse, neanche, se stesse .E’ straordinario la capacità di questa
scrittrice che in poche pagine ,racconta episodi di vita
assolutamente attinenti con la realtà quotidiana, ci possiamo
ritrovare tutte il difficile è ammetterlo .
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