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Almanya
(Almanya
– Willkommen in Deutschland)
A
cura di Adriana Esposito
GENERE:
Commedia
REGIA:
Yasemin Samdereli
SCENEGGIATURA:
Yasemin
Samdereli – Nesrin Samdereli
ATTORI:
Vedat Erincin, Fahri Ogun Yardim, Lilay Huser, Demet Gul, Aylin
Tezel, Denis Moschitto, Petra Schmidt-Schaller, Rafael Koussouris,
Aliya Artuc, Kaan Aydogdu
MONTAGGIO:
Andrea Mertens
MUSICHE:
Gerd Baumann
DISTRIBUZIONE:Teodora
film
PAESE:Germania
2011
DURATA:97’
FORMATO:Colore
TRAMA
Il
film racconta il viaggio verso la terra natale di una famiglia turca
che ha vissuto in Germania per tre generazioni.
Il
protagonista Huseyn Ylmaz, dopo aver lavorato per 45 anni come
operaio e dopo aver ottenuto la nazionalità tedesca, annuncia alla
sua numerosa famiglia di aver deciso di acquistare una casetta da
ristrutturare in Turchia e vuole che tutti partano con lui per
aiutarlo a sistemarla.
La
moglie, che un tempo non avrebbe mai voluto lasciare il villaggio
turco in cui era cresciuto, ora non solo è orgogliosa del passaporto
tedesco, ma non ha neppure la voglia di tornare a casa spaventata
dall’idea che il marito possa considerare questa casa la loro
dimora per la vecchiaia e non la casa per le vacanze. Ed anche il
resto della famiglia, perché tutti con problemi vari, personali e di
identità, non è proprio entusiasta, la nipote Canan, poi è
addirittura segretamente incinta di un inglese. Ma alla fine tutti
accettano per fare un favore al vecchio. Il viaggio, quindi,
diventerà l’occasione per raccontare al piccolo Cenk, l’ultimo
nato, ed è proprio Canan a farlo, la storia della famiglia, il
viaggio del nonno verso un mondo nuovo, la germanizzazione, il
ricongiungimento della famiglia e la crescita della seconda
generazione al fine di riscoprire le origini turche e trovare una
risposta all’interrogativo che tormenta il bambino sull’essere
turco o tedesco perché a scuola deve scegliere in quale squadra
giocare al pallone.
REGISTA
Yasemin
Samdereli
Nata
a Dortmund nel 1973, studia cinema alla Hochschule fur Fernsehen und
Film di Monaco. A soli 20 anni inizia a lavorare come assistente alla
regia e sceneggiatrice, quindi approda come free lance alla Bavaria
Film, dove si occupa del progetto didattico “ Das filmende
Klassenzimmer”. Negli anni successivi si fa le ossa collaborando a
grandi produzioni internazionali come Senza nome e senza regole
(1998) con Jackie Chan o Fields of Dreams (202) di Stanley Tong,
mentre inizia a dirigere diversi cortometraggi: Schussellocher
(1994), Lieber Gott (1995), Lachnummern (1996), Kismet (2001),
Sextasy (2004). Nel 2002 dirige il suo primo film per la tv, la
commedia multiculturale Alles Geturkt, a cui segue nel 2007 Ich
Chefe, Du Nix, mentre nel 2006 è tra le firme della serie tv di
culto Turkish for Beginners. Almanya- la mia famiglia va in Germania
è il suo primo lungometraggio per il cinema.
RECENSIONE
Il
film, che segna l’esordio cinematografico delle due sorelle Yasemin
e Nesrin Samdereli, tedesche di origine turca rispettivamente regista
e co-sceneggiatrice, è una sorta di saga familiare raccontata con
brillante umorismo dalle due sorelle appunto che hanno trattato
l’integrazione in chiave di commedia scanzonata ed intelligente
prendendo in giro con garbo e maestria, gli stereotipi e gli stessi
protagonisti e creando un perfetto equilibrio tra risate e
commozione, emozioni e malinconia, tenerezza e poesia.
Ma
Almanya è anche il film delle radici e della nostalgia e pone un
interrogativo inquietante su quella che è la nostra esistenza. “
Chi o cosa siamo noi? Siamo la somma di tutto quello che è successo
prima di noi, di tutto quello che è accaduto davanti ai nostri
occhi, di tutto quello che ci è stato fatto, siamo ogni persona,
ogni cosa la cui esistenza ci abbia influenzato, siamo tutto ciò che
accade dopo che non esistiamo più e ciò che non sarebbe accaduto se
non fossimo mai esistiti.” Così recita il finale del film.
Neppure
la morte riesce a svuotare di significato la vita, la morte che viene
intesa come una forma di continuità tra ciò che è stato e non è
più e ciò che è ciò che sarà. Nulla va perso, nemmeno una stilla
d’acqua. E noi come l’acqua (emblematica la spiegazione che il
padre dà al piccolo Cenko della scomparsa del nonno che è “
evaporato” nel cielo) elemento di scorrimento che unisce e si
perpetua forse non moriremo mai davvero perché continueremo ad
essere parte di chi resta.
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