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La
sorgente dell’amore
La
source des femmes
A cura di Mara
Gaudioso
GENERE:
Drammatico
REGIA: Radu
Mihaileanu
ATTORI:
Hafsia Herzi, Leïla Bekhti, Zinedine Soualem, SabrinaOuazani, Malek
Akhmiss, Saad Tsouli Produzione: Elzévir Films, Europa Corp., Indigo
Film, Panache
MUSICHE:
Armand Amar
DISTRIBUZIONE:
Bim Film
PAESE:
Belgio
Anno: 2011
DURATA:
125'
FORMATO:
Colore
TRAMA
È
una storia dei giorni nostri che si svolge in un piccolo villaggio
situato da qualche parte tra l'Africa settentrionale e il Medio
Oriente. Le donne vanno a prendere l'acqua alla sorgente in cima alla
montagna, sotto un sole cocente. Lo fanno dalla notte dei tempi.
Leila, giovane sposa, propone alle donne di fare lo sciopero
dell'amore: niente più effusioni, niente più sesso fino a quando
non saranno gli uomini a portare l'acqua al villaggio.
La
storia si svolge in un luogo non meglio precisato del medio Oriente
dove vige il Corano con le sue tradizioni centenarie. In un villaggio
sperduto e scosceso tra aride colline, le donne ogni giorno devono
percorrere un tragitto tortuoso e aspro per giungere alla sorgente e
fare approvvigionamento di acqua per tutta la famiglia. Ciò ha avuto
un prezzo elevatissimo perché, in seguito a tali eccessivi sforzi,
molte donne hanno perso i figli che portavano in grembo. Gli uomini
invece vivono nell’ozio, sono per lo più disoccupati, e
trascorrono intere giornate al sole senza fare nulla, dimostrandosi
indifferenti di fronte alle sofferenze delle loro mogli e figli. In
questa situazione di grande disparità sociale e di totale mancanza
dei diritti civili, la giovane sposa Leila, donna aperta ed istruita
proveniente da un altro paese, tenta di aprire gli occhi alle donne
della comunità sulla disparità a cui sono continuamente sottoposte
e convince una parte di esse ad organizzare uno sciopero dell’amore,
in base al quale non si concederanno più ai loro uomini finché non
si adopereranno per risolvere la questione. Gli scontri saranno
inevitabili, in nome di una tradizionale e secolare lettura del
Corano esclusivamente in favore del sesso maschile.
Radu
Mihaileanu, già autore di opere prestigiose come “Train de vie”
e “Il concerto”, realizza un film difficile, affrontando la
mentalità fondamentalista islamica con garbo e con un tocco di
leggerezza, soffermando la macchina da presa sulle realtà nascoste
che avvengono tra le pareti domestiche. Il regista realizza un’opera
interessante e molto ben girata, densa di spunti di riflessione ed
equilibrata nei toni, non ci dà lezioni di religione e non cerca di
mostrarci cosa sia giusto o sbagliato, ci offre una storia d’amore
, di speranza ma soprattutto di buon senso inspirato ad un fatto
realmente accaduto, è un film corale, interpretato da attrici
formidabili. La scena iniziale racchiude in sé la vita e la morte
insieme : mentre un bambino nasce, un altro non vedrà mai la luce.
L’acqua, generatrice di vita in tutte le culture, qui simboleggia
non soltanto il sostentamento, ma anche il fluire dei sentimenti, lo
scorrere del tempo. Le donne del villaggio utilizzano “lo sciopero
del sesso”, così com’era stato fatto nella tragedia greca :”
Lisistrata di Aristofane , nelle quali le donne rinunciano a
congiungersi con i mariti fino a quando non la smetteranno di
combattere, si negano per ottenere la pace. Le donne del villaggio,
invece lo usano come forma di lotta sociale e di rivoluzione
domestica, poiché il sesso è il mezzo attraverso il quale l’uomo
ha espresso nei secoli il suo dominio : ma non è possedendo il corpo
di qualcuno che se ne possiede l’anima. Così le donne si
riappropriano del diritto di disporre di se stesse, di vivere non da
sottomesse e subordinate ma da persone con pari dignità. Le donne
del villaggio sono un microcosmo variegato: c’è la ribelle colta e
preparata, l’inguaribile sognatrice, la saggia. Le donne
rappresentano il buon senso ed il divenire contro la tradizione
millenaria arroccata su posizioni ancestrali e remote. Il canto
diventa un elemento d’aggregazione collettiva che scandisce la vita
quotidiana fatta di disperazione, rabbia, dolore, gioia, ma mai
rassegnazione. Il canto corale delle donne sottomesse rappresenta
anche la rivalsa, la ribellione ad un mondo che non dovrebbe esistere
più per crearne uno più giusto, egalitario e solidale dove uomini e
donne possano vivere nel rispetto reciproco senza vessazioni,
soprusi, angherie e violenze inutili. Il film ha ricevuto 2
nominatios agli Oscar 2012: uno come migliore attrice a Leila Bekhti
ed un altro per i migliori costumi.
REGISTA
Mihăileanu,
Radu.
Regista
e sceneggiatore rumeno naturalizzato francese (n. Bucarest 1958). Di
famiglia ebraica, lasciò la Romania governata da Ceauşescu nel
1980, trasferendosi in Francia per studiare presso l’ Institute des
Hautes Études Cinématographiques (IDHEC) di Parigi. L’esordio
cinematografico è avvenuto con il lungometraggio Trahir (1993), ma
il successo internazionale è arrivato con Train de vie (1998), film
sulla Shoah in cui convivono comicità, malinconia e profondo
rispetto per la tragedia del popolo ebraico (David di Donatello come
miglior film straniero). Del 2002 è Les pygmées de Carlo (Ricchezza
nazionale), mentre Va, vis et deviens (2005) ha vinto il César per
la migliore sceneggiatura (2006). Della sua produzione successiva
vanno citate le pellicole Il concerto (2009) e La source des femmes
(2011; La sorgente dell'amore, 2012).
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