Scheda libro a cura di Alessandra Merola
La
storia, ambientata al giorno d’oggi a Santiago, racconta di
nove donne, tutte pazienti della psicoterapista Natasha, che si
incontrano per raccontare le une alle altre la loro storia con una
scoperta motivazione terapeutica e di sostegno reciproco. Non si
sono mai viste prima: per questo narrano le loro vicende dal
principio, alla presenza della psicoterapeuta, che pero’ non
interviene mai. Nell’ultimo capitolo leggiamo anche la storia
personale di Natasha, raccontata dalla sua segretaria e amica.
La
narrazione, che viene condotta in prima persona dalle protagoniste,
mostra una interessante capacita’ mimetica nel rappresentare
la diversita’ culturale, sociale e psicologica delle diverse
figure femminili. L’espediente dell’ “io
narrante” serve – come sempre – a dare maggiore
evidenza di verita’ e forza alla rappresentazione dei
personaggi, che non e’ “filtrata” attraverso il
punto di vista della narratrice, ma e’, per cosi’ dire,
autonoma.
Attraverso
le varie voci di donne, il lettore vede scorrere come in un film
vicende umane che, pur nella diversita’ culturale e di
esperienze, gli appartengono sempre, sono cioe’ in certo qual
modo “universali” e seguono le varie fasi della vita:
infanzia, adolescenza, giovinezza e maturita’ (se i personaggi
sono avanti negli anni). Le lettrici in modo particolare, si
riconoscono facilmente nelle voci delle “Dieci donne” a
cui allude il titolo. E’ un universo femminile variegato, che
rimanda a situazioni esistenziali anche molto diverse tra loro:
dalla contadina semplice e incolta, moglie di un desaparesido, che
lotta tra mille difficolta’, per crescere I due figlioletti e
attende vanamente il marito per trent’anni , alla ragazza di
famiglia Borghese che tra scuola, droghe e feste acquista pian
piano, dolorosamente, la consapevolezza della sua omossessualita’;
fino all’intellettuale matura, di estrazione borghese che ha
frequentato scuole private cattoliche ed ha ricevuto una
educazione rigida e tradizionalista, che percorre un cammino
di progressiva presa di coscienza politica e ideologica che la porta
infine a scegliere di separarsi da un marito, pur amato e pieno di
tante belle qualita’, per la coerenza totale con se stessa,
avendo compreso che non puo’ accettare compromessi e
limitazioni alla sua pienezza femminile finalmente conquistata.
Le
figure delineate presentano grande coerenza psicologica; la
scrittrice ha una straordinaria capacita’ di creare personaggi
verosimili, ma non ovvi, sfaccettati e inseriti in una realta’
dinamica, in cui agiscono anche personaggi secondari, ma sempre
evocati con accenti di verita’ e mai banalizzati e ridotti al
rango di semplici comparse. Ci vuole una grande capacita’ di
penetrazione psicologica per dar vita a questa vivacita’ e
questa verosomiglianza nella rappresentazione: non solo, I caratteri
sono inseriti nelle vicende storico-politiche in un modo che appare
naturale: c’e’ una corrispondenza tra il privato e il
pubblico, anzi non sis a dove cominci l’uno e finiscal’altro,
perche’ i personaggi sono immersi nella storia, a volte ne
sono travolti dolorosamente. Spesso sullo sfondo appare la tragica
presa del potere da parte del generale Pinochet con le sue
drammatiche conseguenze e gli anni della dittatura.
Al
centro della poetica della Serrano ci sono sempre state l’infanzia,
la famiglia d’origine, I traumi subiti a causa della mancanza
d’amore, ma anche la passione, con tutte le sue
contraddizioni, le cicatrici e I ricordi; spesso sono
rappresentatvite coniugali, banali o eccentriche, e anche le
passioni degli amanti. Le donne assumono il ruolo di protagoniste:
non solo perche’ – ovviamente - sono loro a
raccontarsi, ma anche perche’ mostrano di possedere una
saggzza del ivere frutto di esperienza, e soprattutto l capacita’
di pensare: ma il loro non e’ il solo ragionamento astratto,
perche’ e’ mescolato in modo indissolubile con I
sentimenti e le vicende vissute. Le donne hanno – secondo la
scrittrice – una maturita’ complessiva che permette loro
di dialogare e di comprendersi: non si raccontano favole , non usano
l’immaginazione per uscire dalla realta’, bensi’
per delineare scenari futuri, dopo essersi riappropriate del loro
vissuto anche attraverso la narrezione rivolta a chi e’ in
grado di capire e vuole condividere. Ecco, la condivisione: e’
l’atto forse piu’ bello, che consente di sopportare
tutto il peso di tutto cio’ che di negativo le donne hanno
sperimentato, perche’ nel momento in cui ognuna rivela I suoi
trascorsi piu’ intimi, fa luce anche a se stessa, illumina le
ragioni nascoste o negate che l’hanno condotta ad essere
quello che e’. Nello sforzo di rivelarsi, viene costruito il
percorso svolto e nello stesso tempo si intuiscono sviluppi fino a
quell momento inediti.
La
letteratura ha qui il compito di cogliere e rappresentare il lavorio
incessante della quotidianita’, le azioni, le riflessioni
solitarie e anche, forse soprattutto, il pensiero costruttivo e
forte che nasce dall’incontro.