Incontro/ dibattito con Paola Di
Nicola 3 dicembre 2012
La Giudice
Una donna in
magistratura
Introduzione della Presidente della BDS
Come Presidente della Biblioteca delle
donne di Soverato saluto tutte e tutti voi.
Un grazie sentito al prof. S. Tuccio che
ha portato il saluto del prof. Vincenzo Gallelli, Dirigente dell’Istituto che ci ospita.
E’ rassicurante cogliere con lo
sguardo tante presenze. Grazie,
ragazze e ragazzi della vostra
partecipazione, siete una parte
significativa della nostra migliore
gioventù, quella che ci dà lo
slancio e la misura per cercare quell’altrove
che c’è, forse è appena dietro e ci
manca.
Oggi,
voi del Liceo Scientifico partecipate con 4 classi:
La III
A con la prof.ssa E. Pennacchi
La V D
con la prof.ssa A.Merola
La V F
con la prof.ssa L. Stasolla
La V H
con la prof.ssa O. Ieropoli
L’ITC ha aderito con una rappresentanza
di IV- V C e IIID accompagnate dalla prof.ssa P. Nucciarelli.
Accanto a me c’è proprio la giudice Paola
di Nicola, quella che avete
già imparato a conoscere e che
scopriremo ancor più da vicino con
le vostre domande.
Una donna sempre in movimento, da
una zona all’altra d’Italia, tra
settori diversi della Magistratura e
responsabilità ingombranti.
Benvenuta, giudice!
Oggi non si tratta di presentare solo
dei contenuti, racconteremo,invece, un mutamento attraverso la tua scrittura che si fa portatrice di esercizi di
trasformazione del quotidiano.
Bentornata a casa, dico invece a te
Francesca Gagliardi, direttrice editoriale di Ghena,
perché sei di Soverato e rientri con un’importante esperienza
di lavoro proprio nell’istituto che solo qualche anno fa frequentavi.
Un saluto anche alle amiche e socie
della biblioteca che non considerano la differenza un’illusione.
Il dibattito sta per iniziare perciò
vi invito a prendere la
parola.
Le parole non sono soltanto segni ma
simboli che in reciproco richiamo di vita sanciscono la nostra differenza.
Con un’operazione grammaticale
fortemente simbolica, cara giudice, hai trovato un’alternativa squisitamente femminile al linguaggio segnato dal
maschile,riuscendo a stare con il corpo di donna nel pensiero della differenza.
“Forse dovremo tutte/i, donne e
uomini convivere con il differente,
accettando che l’altro non sia solo
una nostra immagine deformata ma una
possibilità di essere che è fuori di
noi, che non capiremo mai del tutto
e non potremo mai possedere. ….Solo
allora saremo nel terzo tempo, nel
tempo del due”. (Marina Terragni da “La scomparsa delle donne” Maschile, femminile e altre cose del
genere.Oscar Mondatori)
Lilly Rosso |