a cura di Maria Grazia Riveruzzi
responsabile del gruppo-cinema della
BDS
Film di ottima confezione
estetica , in grado di emozionare,
di far sognare , girati da mano
femminile, sono ben
pochi….soprattutto se si va a
cercare tra le registe italiane.
È pur vero che una delle
finalità della nostra biblioteca è
di valorizzare il talento delle
esordienti alla regia, ma lasciamo,
per ora, questo compito ai Festival
del cinema delle donne, dove film
validi a regia femminile sono molti
, ma ben pochi sono distribuiti nel
circuito nazionale e quindi sono di
difficile reperibilità .
Dovendo presentare alle socie
una rassegna di qualità, che tocchi
temi attuali ma sia anche in grado
di sollecitare emozioni e
riflessioni sul processo di
trasformazione dei rapporti
familiari e di genere , la scelta
è caduta su due film di fattura
straniera e mi riferisco a Susanne
Bier, regista danese di fama
internazionale e due film di fattura
maschile del regista Waine Wang e
del regista francese Philippe Le
Guay .
Ho ritenuto, pertanto,
opportuno titolare questa rassegna “
Cinema delle donne “ in
riferimento a opere cinematografiche
a regia maschile che hanno rivolto
uno sguardo particolare al mondo
interno ed esterno delle donne,
rendendole protagoniste di storie
vere o romanzate e restituendo loro
esistenza e soggettività .
E..”
Donne di cinema” come omaggio
e riconoscimento a tutte quelle
donne che lavorano nel mondo del
cinema, registe, attrici,
sceneggiatrici, costumiste ,
operatrici del montaggio,
doppiatrici etcc.
Con questo criterio ho
proposto due film a regia femminile
: “ Dopo il matrimonio”
e “ In un mondo migliore “
di Susanne Bier e due film a
regia maschile “ Il
ventaglio segreto “ di Waine
Wang , ispirato al romanzo”
Fiocco di neve e il ventaglio
segreto” della scrittrice Lisa See
e “Le donne del sesto piano “
di Philippe Le Guay .
I film sono stati visionati e
discussi nell’interno del
gruppo-cinema ,composto dalle socie
Procopio Maria, Paola Nucciarelli,
Rosalba Pugliese, Mara Gaudioso e
coordinato da Maria Grazia
Riveruzzi.
Le schede compilate dal
gruppo–cinema, oltre ad una breve
sinossi, rivolgono una particolare
attenzione alla filmografia del/la
regista e ai messaggi intrinseci
delle loro opere, lasciando allo
spettatore il gusto
dell’interpretazione personale e del
confronto-dibattito interpersonale.
Quattro film ambientati in
luoghi a noi lontani che spaziano
dalla Danimarca alla Francia fino
all’estremo Oriente, la Cina, in una
dimensione temporale che alterna
presente e passato, piccole storie
umane inserite, quasi casualmente,
nella grande storia dell’umanità.
Un velato giudizio manicheo
serpeggia nella rappresentazione di
due mondi in contrasto tra di loro
: quello occidentale, opulento,
consumistico e violento e quello
orientale, povero ma felice, custode
di antiche tradizioni , minacciate,
oggi, dal processo d’evoluzione.
Quello dei ricchi,
individualista,conformista ,triste e
grigio e quello dei meno fortunati ,
ricco di umanità, della gioia di
vivere, di calore umano.
I film scandagliano in modo
viscerale la complessità dei legami
familiari,sia di coppia,sia tra
genitori e figli/ie e l’opacità
delle figure femminili è
intenzionalmente voluta dalla
regista (Susanne Bier.), per meglio
esplorare il mondo maschile sia nel
suo rapporto con la violenza sia nel
suo rapporto con l’affettività della
sfera familiare.
Indagano sulla complessità
delle relazioni femminili,
evidenziando come la pratica
dell’amicizia tra donne e tra uomini
e donne sia minacciata dai ritmi
frenetici della società moderna o
dalla corsa alla carriera ( Waine
Wang ), dai pregiudizi di classe,
dal morbo sociale
dell’incomunicabilità (Philippe Le
Guay).
Sono storie molto diverse ma
con un intento comune : recuperare
la pratica delle relazioni
femminili e tra i due generi, il
valore dell’amore, dell’amicizia ,
della famiglia e sperare che le
nuove generazioni apprendano, meglio
dei loro padri e delle loro madri,
la politica dell’accoglienza
dell’Altro/Altra per costruire un
mondo migliore come si augura la
Bier nel film “ In un mondo migliore
“ .
Soverato 8 febbraio 2012
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