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La
Biblioteca delle Donne di Soverato
Celebra
L’8
Marzo 2023
Giornata
internazionale dei diritti delle donna
Intervento
di
Maria Grazia Riveruzzi
Un
benvenuto a studenti/sse degli istituti di
Soverato.un ringraziamento al gruppo che mi ha supportato nella
realizzazione di questo evento finalizzato a celebrare l’8 Marzo,
Giornata internazionale dei diritti della Donna .
Perché
celebrare questa giornata?
Perché
la condizione della donna è tuttora al centro della cronaca
contemporanea, dei dibattiti parlamentari, dei tribunali, dei
movimenti femministi etc. Perché, nonostante i cambiamenti sociali e
culturali, continuiamo a parlare di libertà negate, di
soprusi,di violenze, di discriminazioni, di femminicidi, incapaci di
accettare veramente le differenze di genere, di razza, di religione
……
Pertanto
noi donne della bds di Soverato abbiamo desiderato proporre a tutti/e
il film “ Primadonna” , ritenendolo pertinente alla giornata
dell’8 marzo per il significato simbolico e per la valenza attuale
che riveste .
Una
vicenda dolorosa ma esemplare, di vile violazione del corpo di donna
e un esempio di coraggio femminile .
Nel
titolare questo nostro evento abbiamo usato il termine celebrazione
appositamente perché l’8 marzo non è una festa ( come è stata
svilita!) , ma è un richiamo alla memoria delle conquiste politiche,
economiche e sociali del genere femminile. Ed è una giornata
internazionale perché la sua origine risale lontano nel
tempo e nello spazio e coinvolge molti Paesi del mondo
.
Come
nasce e cosa rappresenta L’8 Marzo
Intanto
sfatiamo la leggenda dell’incendio in un cotonificio di New York
dove morirono le donne operaie e ripercorriamo assieme i fatti che
hanno portato all’istituzione di questa giornata della donna. In
realtà la sua storia è legata alla rivendicazione dei diritti delle
donne tra cui il diritto al voto.
Il
primo evento importante fu nel 1907 a Stoccarda, quando il 7°
Congresso internazionale socialista affrontò la Questione femminile
e del voto ( suffragette).
Ma
fu la socialista Corinne Brown nel Maggio del1908 ad affermare
che” Il Congresso non aveva alcun diritto di dettare alle donne
socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione “. La
rivendicazione dei diritti si allargò allo sfruttamento del lavoro
femminile, alle discriminazioni sessuali e al voto. Il partito
socialista americano decise di dedicare una giornata alla
Manifestazione per il voto delle donne.
Quindi
la prima “ Giornata della donna
“ negli Stati Uniti si svolse il 23 febbraio
1909.
Nel
1910/11 durante la seconda Conferenza
internazionale delle donne socialiste a Copenaghen si decise di
seguire l’esempio americano, istituendo una giornata
internazionale dedicata alla rivendicazione dei diritti della
Donna.
Nel
1921 , durante la Seconda Conferenza
delle donne comuniste a Mosca , su proposta della socialista tedesca
Clara Zetkin fu
stabilito l’8 Marzo giornata internazionale dell’operaia in
ricordo dell’8 Marzo del 1917, quando le donne a San
Pietroburgo manifestarono contro la guerra in atto.
In
Italia la prima giornata della donna si è svolta il 12 Marzo
del1922. Poi il fascismo.
Soltanto
nel 1944 l’UDI che era stato sciolto, si ricostituì e decise di
celebrarla l’8 marzo.
Nel
’46 fu introdotta la mimosa .
Nel
1975 l’ONU stabilì definitivamente di celebrare la giornata
Internazionale della Donna l’8 Marzo. Da allora i movimenti
femministi di tutto il mondo hanno manifestato per rivendicare
l’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne.
Oggi
questa giornata sembra aver perso ogni significato valoriale , aver
perso le sue matrici storiche che noi della bds abbiamo voluto
evocare per sensibilizzare i ragazzi/e sul difficile cammino percorso
dalle donne alla conquista della cittadinanza.
Il
film “ Primadonna “ è una testimonianza non esaustiva, ma
vera e reale di questo lungo e impervio cammino .
Marta
Savino , regista del film “Primadonna
“, già nel 2017 si cimentò sullo stesso
tema con un corto dal titolo ”Viola, Franca
“ . Si era innamorata di questa intrepida ragazza e ha desiderato
riproporla a tutte le ragazze spettatrici come esempio vero e
concreto di autodeterminazione femminile.
Oggi con questo lungometraggio offre il ritratto intraprendente di
una donna siciliana, Franca Viola, che con un atto di ribellione
contro la violenza subita ha scardinato le consuetudini sociali
di un mondo in cui regna la legge del più forte e dove la mafia è
radicata e accettata come parte naturale della società.
Il
film, opera prima della cineasta M.S, riflette la sua inclinazione
per la tradizione verista in quanto pennella un quadro di stile
verghiano della Sicilia degli anni ’60, arcaica e bigotta , dove la
doppia moralità penalizzava le donne ridotte a proprietà dell’uomo.
Evoca un fatto di cronaca e adotta il dialetto siciliano per rendere
la narrazione fedele ai tempi e all’ambiente in cui è avvenuto il
misfatto.
La
Sicilia era il microcosmo dell’Italia degli anni sessanta , anni in
cui erano ancora in vigore il matrimonio riparatore e il delitto
d’onore entrambi contemplati nel Codice Rocco, retaggio di epoca
fascista.
Entrambe
le risoluzioni allo stupro erano legate al concetto astratto di
onore,cioè ad una idea di giustizia nella quale le offese personali
si risolvevano in modo alternativo a quello giuridico fino ad
arrivare all’omicidio sotto la pressione sociale. L’onore
era tradizionalmente legato alla sfera sessuale delle
donne.Se la persona che aveva violato l’onore della fanciulla
(figlia, sorella,ecc.) e non poteva in alcun modo risolvere la
questione, allora i familiari maschi della donna lo punivano con
forme diverse di ritorsione perché aveva macchiato l’onore della
famiglia.
Ma
nonostante il coraggio di Franca Viola abbia fatto da apristrada a
molte analoghe denunce e benché Il comune senso dell’onore sia
lentamente cambiato nel tempo , le leggi furono ancora più lente a
percepire i cambiamenti dei costumi della società; infatti soltanto
il 5 agosto del 1981 l’art. “ Omicidio e lesione personale a
causa di onore” e il matrimonio riparatore furono
abrogati .
La
vicenda di Lia Crismi, alias Franca Viola, (Claudia Cusmano) prima
donna italiana ad opporsi al matrimonio riparatore rappresenta ancora
oggi una svolta storica al processo di liberazione della Donna dal
matrimonio riparatore dello stupro subito e più in generale dal
giogo del potere patriarcale, da un sistema mafioso a cui tutti si
sottoponevano.
La
regista Marta Savino è tornata con questo lungometraggio sullo
stesso tema con uno sguardo più maturo e consapevole , pieno di
passione civile e di rivendicazione femminista. In pratica ha voluto
rendere universale un fatto di cronaca privato e particolare. La
ragazza diciassettenne , ribelle e coraggiosa si eleva a simbolo di
tante donne che ancora oggi , come le iraniane, le siriane , le
afgane, ucraine, e anche italiane (femminicidi), lottano contro la
prepotenza, la violenza di un mondo maschile.
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