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Antonella Polimeni

a cura di Maria Procopio

Desidero anch’io ringraziare la Rettrice Antonella Polimeni, la cui presenza qui oggi ci onora. Non mi soffermo sulla sua persona, ciò che lei è e rappresenta lo ha detto bene la Presidente della biblioteca delle donne, Paola Nucciarelli.

L’aspetto su cui voglio soffermarmi, invece, è, come posso dire, l’antefatto che precede ed ha favorito la sua presenza qui oggi insieme a noi.

Devo andare indietro di qualche mese, a gennaio di quest’anno, mese in cui si discuteva dell’elezione del Presidente della Repubblica italiana. Immagino che il ricordo di quei giorni sia ancora in tutti noi, con i partiti incapaci di concordare su una candidatura adeguata a sostituire il Presidente uscente, Sergio Mattarella. Ma di quei giorni a me interessa sottolineare un aspetto importante, oltre all’indignazione che ci attraversava per l’ipotesi di possibili candidature per noi irricevibili e insostenibili.  L’aspetto cui mi voglio riferire è questo: le proposte di candidature maschili erano sempre nominative, con preciso nome e cognome della persona candidata; poi, accanto a questo, ricorreva, con una frequenza alternante, la frase: si dovrebbe, bisogna, è il momento di eleggere una donna, ma in questo caso niente nomi, solo un riferimento generico al genere, tanto per lavarsi la coscienza. Perché credo che questa volta si avvertisse in maniera ancora più forte la contraddittorietà di un sistema politico che ancora esclude le donne dalla rappresentanza al massimo livello della nostra vita istituzionale, oltreché in tante altre sedi. Abbiamo sentito che in questa questione non potevamo e non volevamo mantenere un atteggiamento di osservatrici passive, che volevamo andare al di là del sentimento di indignazione ed anche di frustrazione, così ci siamo date l’autorizzazione e la libertà, partendo dalla nostra idea e pratica politica e dal nostro sguardo femminista sul mondo, di nominare, di incarnare con nome e volto, la proposta di una figura femminile alla Presidenza della Repubblica. Una donna che avesse consapevolezza di genere, che non si collocasse nel solco dell’ordine patriarcale maschile, perché altrimenti non si sarebbe verificato spostamento né di ordine reale né di ordine simbolico.

Tra i numerosi nomi che avremmo potuto proporre abbiamo scelto quello della magnifica Rettrice Antonella Polimeni. Ovviamente senza chiederle il consenso, (e di questo credo ci abbia perdonato), perché non ce lo avrebbe mai potuto dare. I motivi della scelta sono specificati nell’appello e nel comunicato che abbiamo diffuso. Lei rappresenta cultura, competenza, professionalità, capacità di governo, ma soprattutto per noi è stato ed è importante il fatto che tutto questo non venga vissuto ed esercitato in maniera neutra, ma troviamo in lei la consapevolezza di essere donna e che, partendo da questa consapevolezza, incontra il mondo, valorizzando le differenze e l’inclusione. 

Martedì 28 giugno 2022

 
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