Sei su Archivio / 2019 / cinema



THE PARTY

di Sally Potter

A cura di Maria Grazia Riveruzzi



Regista: Sally Potter

Sceneggiatura: Sally Potter

Cast: Cillian Murphy,

Bruno Ganz, Patricia Clarkson,

Kristin Scott Thomas, Timothy Spall.

Distribuzione: Accademy Two

Premi: British Independent Film Award

(migliore attrice non protagonista)

Candidature: Premio Goya

(migliore film europeo)

Anno: 2017

Paese: Gran Bretagna









Sinossi

Il film “ The party “ è stato ufficialmente presentato al Festival di Berlino e poco dopo alla FESTA DEL CINEMA di Roma nel 2018. E’ una commedia noir, a carattere socio-politico il cui titolo ha una duplice accezione: party come “festa” e party come “partito”.

Sally Potter, regista e sceneggiatrice, ambienta la sua narrazione in un appartamento londinese dove si svolge una festa per la nomina di Janet (Christin Scott Thomas) a ministro-ombra della sanità per i laburisti. Janet e il marito Billy (Thimoty Spall) hanno invitato gli amici/che più cari per condividere con loro il coronamento di una lunga carriera di attivista laburista. Come in una pièce teatrale l’azione si svolge In un spazio chiuso , con una fotografia in bianco e nero e con sette personaggi che incarnano in modo parodistico la classe intellettuale britannica di sinistra e il femminismo post- moderno. Il clima di festa è destinato a svanire e la commedia a trasformarsi in tragedia nell’istante in cui Bill farà una duplice e inaspettata confessione dando così il via allo smascheramento delle menzogne di entrambi i sessi e allo smantellamento dell’ideologia di sinistra e del post- femminismo omologato .

Recensione

Sally Potter ha pensato di realizzare questo film durante la campagna elettorale del 2015 che vide la sfida tra David Cameron e ED Milband. In quell’occasione ebbe l’impressione che nessuno stesse dicendo la verità su nulla . Non a caso tutto il film demonizza con un umorismo nero la classe intellettuale inglese della capitale e mostra gli effetti negativi del post-femminismo. Lungi dall’essere un film d’azione, la trama si snoda in uno spazio ristretto , claustrofobico dove ciò che conta sono le parole , parole –chiave fondanti l’ ambiguità delle relazioni dei protagonisti/e. “The party“ è un gioiello di arguzia e di intelligenza, doti di cui la regista si serve per demolire i 4 miti ormai usurati dell’epoca blairiana: la politica laburista, la retorica sull’amore, il post-femminismo, l’ipocrisia degli intellettuali. Non manca uno sguardo critico nei confronti delle filosofie orientali, della fecondazione in vitro, del formalismo borghese proprio della società inglese, dei rapporti di coppia etero o omosessuali. Il film è il parto di una disillusione, di un disincanto facilmente percepibili dallo spettatore/trice nel cinismo dell’amica intima di Janet, April (Patricia Clarkson)  . Con un eloquio libero , diretto e crudo, riporta tutti i presenti alla coscienza della  realtà compresa Janet di cui confuta la scalata al potere ammantata di idealismo istituzionalizzato . La Potter dà, per finzione, come riuscite e scontate, le conquiste femministe e mette in scena un’epoca in cui il trionfo del genere femminile può avere conseguenze collaterali nei rapporti tra uomini e donne. Nelle coppie i ruoli  si sono invertiti: Janet è all’apice della carriera e Bill, il marito, che ha rinunciato alle sue ambizioni accademiche per sostenere  la moglie, è funereo e depresso, April, amica di vecchia data, disillusa e corazzata di cinico realismo, è a un passo dalla separazione da Gottfried, che consiglia Bill di difendersi da tanta energia femminile. Martha e Jinny, la coppia lesbica ripropone lo stesso cliché della coppia etero dove il maschio teme le responsabilità di una famiglia con figli. Infine Tom, manager finanziario, ricco e cocainomane, è in preda alla rabbia e al desiderio di vendetta per il tradimento della moglie Marianne. Donne forti e rampanti , ciniche e senza scrupoli, donne insoddisfatte del maschio che scelgono un’altra sponda; uomini fragili, confusi, gelosi e rabbiosi. Tutto è cambiato nei rapporti tra i sessi: non c’è amore ma rassegnazione o intolleranza, non lealtà ma segreti e bugie. In 70’ di pellicola, nell’arco di una serata viene smantellato un mondo di menzogne, di tradimenti; un mondo sovra strutturato cade sotto i colpi (di pugni e della pistola) della verità fino ad allora nascosta agli altri e a se stessi/e. La regista mostra quasi come un avvertimento, quali potrebbero essere gli esiti negativi del processo di omologazione ai modelli maschili da parte delle donne post – moderne e quanto ambigua e complessa è la natura umana .

La regista

Charlotte Sally Potter



Nata e cresciuta a Londra in una famiglia di artisti ( madre insegnante di musica , padre architetto e poeta e fratello musicista in una band rock ) ne respira fin da bambina l’ aria anarchica e il gusto dell’estetica che in seguito trasferisce  nelle sue eclettiche attività . Inizia a girare a 14 anni film amatoriali e a 16 anni lascia la scuola per dedicarsi al cinema e contemporaneamente per frequentare corsi di danza e di coreografia. Negli anni ’70 fa parte del gruppo musicale Feminist Improvising Group (attivo dal 1977 al 1982), una band di musica jazz e d’improvvisazione libera costituita da sole donne e fondata dalla scozzese Maggie Nicols e dal compositore inglese Lindsay Cooper.Lei stessa in quegli anni fonda la “ Limited Dance Company” e continua a lavorare come cantautrice e a curare colonne sonore per molti spettacoli, diventando ben presto un’apprezzata artista e regista teatrale . Nel 1979 realizza il corto “Thriller”, un successo nei circuiti internazionali a cui segue un altro corto “The London story”(1980). Ma la pellicola che le conferisce fama e successo è stata“Orlando”(1993) due nomination all’Oscar e 25 premi internazionali, tra cui il Felix dell’Accademy Film European per la migliore regia e sceneggiatura. “Orlando” è un adattamento filmico del romanzo di Virginia Woolf in cui la Potter mostra le difficoltà sia di essere donna che di essere uomo. In quella occasione respinge l’appellativo di femminista dato al film e chiarisce che pur condividendo i principi e le lotte femministe rifiuta qualsiasi etichetta che blocca il pensiero naturalmente aperto e flessibile. La ricerca di una fusione tra vita e arte permea tutte le sue opere in cui trasferisce i suoi desideri , le sue esperienze e aspettative esistenziali . Ne è una testimonianza il film da lei diretto e scritto “ Lezioni di tango” (1996), semi autobiografico basato sulle sua esperienza di ballerina di tango argentino e in cui la Potter si esibisce per la prima volta sullo schermo insieme con il ballerino Pablo Veron. Presentato al festival del cinema di Venezia, il film è stato premiato con l’Ombù d’oro in Argentina, ha ricevuto la nomination ai migliori film dal Bafta e dagli Stati Uniti. Nel 2000 gira “The Man Who Cried “ con Johnny Depp, Christina Ricci, Cate Blanchett e John Turturro. Seguito nel 2004 dal film “Yes” in risposta agli attacchi negli Stati Uniti dell’11 settembre. Nel 2009 diresse il film “Rage” e nel 2012 l’originale e problematico film “Ginger & Rose”. La regista è nota negli ambienti cinematografici per il suo impegno politico, per la ricerca di un’estetica innovativa e per gli argomenti trattati, quasi sempre scomodi. Ne è una prova il film “The party”, una commedia noir del 2018, in cui la Potter attacca con un’ironia pungente la sinistra radical-chic inglese e il post-femminismo, entrambi colpevoli del processo degenerativo della società, ammantata ormai di falsi valori .




 
     Area riservata      © 1996 - 2023 Biblioteca delle donne - Soverato (CZ)      Webmaster - www.sistemic.it