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THE
PARTY
di
Sally Potter
A
cura di Maria Grazia Riveruzzi
Regista:
Sally Potter
Sceneggiatura:
Sally Potter
Cast:
Cillian Murphy,
Bruno
Ganz, Patricia Clarkson,
Kristin
Scott Thomas, Timothy Spall.
Distribuzione:
Accademy Two
Premi:
British Independent Film Award
(migliore
attrice non protagonista)
Candidature:
Premio Goya
(migliore film
europeo)
Anno:
2017
Paese:
Gran Bretagna
Sinossi
Il film “ The
party “ è stato ufficialmente presentato al Festival di Berlino e
poco dopo alla FESTA DEL CINEMA di Roma nel 2018. E’ una commedia
noir, a carattere socio-politico il cui titolo ha una duplice
accezione: party come “festa” e party come “partito”.
Sally Potter,
regista e sceneggiatrice, ambienta la sua narrazione in un
appartamento londinese dove si svolge una festa per la nomina di
Janet (Christin Scott Thomas) a ministro-ombra della sanità per i
laburisti. Janet e il marito Billy (Thimoty Spall) hanno invitato gli
amici/che più cari per condividere con loro il coronamento di una
lunga carriera di attivista laburista. Come in una pièce teatrale
l’azione si svolge In un spazio chiuso , con una fotografia in
bianco e nero e con sette personaggi che incarnano in modo
parodistico la classe intellettuale britannica di sinistra e il
femminismo post- moderno. Il clima di festa è destinato a svanire e
la commedia a trasformarsi in tragedia nell’istante in cui Bill
farà una duplice e inaspettata confessione dando così il via allo
smascheramento delle menzogne di entrambi i sessi e allo
smantellamento dell’ideologia di sinistra e del post- femminismo
omologato .
Recensione
Sally Potter ha
pensato di realizzare questo film durante la campagna elettorale del
2015 che vide la sfida tra David Cameron e ED Milband. In
quell’occasione ebbe l’impressione che nessuno stesse dicendo la
verità su nulla . Non a caso tutto il film demonizza con un umorismo
nero la classe intellettuale inglese della capitale e mostra gli
effetti negativi del post-femminismo. Lungi dall’essere un film
d’azione, la trama si snoda in uno spazio ristretto ,
claustrofobico dove ciò che conta sono le parole , parole –chiave
fondanti l’ ambiguità delle relazioni dei protagonisti/e. “The
party“ è un gioiello di arguzia e di intelligenza, doti di cui la
regista si serve per demolire i 4 miti ormai usurati dell’epoca
blairiana: la politica laburista, la retorica sull’amore, il
post-femminismo, l’ipocrisia degli intellettuali. Non manca uno
sguardo critico nei confronti delle filosofie orientali, della
fecondazione in vitro, del formalismo borghese proprio della società
inglese, dei rapporti di coppia etero o omosessuali. Il film è il
parto di una disillusione, di un disincanto facilmente percepibili
dallo spettatore/trice nel cinismo dell’amica intima di Janet,
April (Patricia Clarkson) . Con un eloquio libero , diretto e
crudo, riporta tutti i presenti alla coscienza della realtà
compresa Janet di cui confuta la scalata al potere ammantata di
idealismo istituzionalizzato . La Potter dà, per finzione, come
riuscite e scontate, le conquiste femministe e mette in scena
un’epoca in cui il trionfo del genere femminile può avere
conseguenze collaterali nei rapporti tra uomini e donne. Nelle coppie
i ruoli si sono invertiti: Janet è all’apice della carriera
e Bill, il marito, che ha rinunciato alle sue ambizioni accademiche
per sostenere la moglie, è funereo e depresso, April, amica di
vecchia data, disillusa e corazzata di cinico realismo, è a un passo
dalla separazione da Gottfried, che consiglia Bill di difendersi da
tanta energia femminile. Martha e Jinny, la coppia lesbica ripropone
lo stesso cliché della coppia etero dove il maschio teme le
responsabilità di una famiglia con figli. Infine Tom, manager
finanziario, ricco e cocainomane, è in preda alla rabbia e al
desiderio di vendetta per il tradimento della moglie Marianne. Donne
forti e rampanti , ciniche e senza scrupoli, donne insoddisfatte del
maschio che scelgono un’altra sponda; uomini fragili, confusi,
gelosi e rabbiosi. Tutto è cambiato nei rapporti tra i sessi: non
c’è amore ma rassegnazione o intolleranza, non lealtà ma segreti
e bugie. In 70’ di pellicola, nell’arco di una serata viene
smantellato un mondo di menzogne, di tradimenti; un mondo sovra
strutturato cade sotto i colpi (di pugni e della pistola) della
verità fino ad allora nascosta agli altri e a se stessi/e. La
regista mostra quasi come un avvertimento, quali potrebbero essere
gli esiti negativi del processo di omologazione ai modelli maschili
da parte delle donne post – moderne e quanto ambigua e complessa è
la natura umana .
La
regista
Charlotte
Sally Potter
Nata
e cresciuta a Londra in una famiglia di artisti ( madre insegnante di
musica , padre architetto e poeta e fratello musicista in una band
rock ) ne respira fin da bambina l’ aria anarchica e il gusto
dell’estetica che in seguito trasferisce nelle sue eclettiche
attività . Inizia a girare a 14 anni film amatoriali e a 16 anni
lascia la scuola per dedicarsi al cinema e contemporaneamente per
frequentare corsi di danza e di coreografia. Negli anni ’70 fa
parte del gruppo musicale Feminist Improvising Group (attivo dal 1977
al 1982), una band di musica jazz e d’improvvisazione libera
costituita da sole donne e fondata dalla scozzese Maggie Nicols e dal
compositore inglese Lindsay Cooper.Lei stessa in quegli anni fonda la
“ Limited Dance Company” e continua a lavorare come cantautrice e
a curare colonne sonore per molti spettacoli, diventando ben presto
un’apprezzata artista e regista teatrale . Nel 1979 realizza il
corto “Thriller”, un successo nei circuiti internazionali a cui
segue un altro corto “The London story”(1980). Ma la pellicola
che le conferisce fama e successo è stata“Orlando”(1993) due
nomination all’Oscar e 25 premi internazionali, tra cui il Felix
dell’Accademy Film European per la migliore regia e sceneggiatura.
“Orlando” è un adattamento filmico del romanzo di Virginia Woolf
in cui la Potter mostra le difficoltà sia di essere donna che di
essere uomo. In quella occasione respinge l’appellativo di
femminista dato al film e chiarisce che pur condividendo i principi e
le lotte femministe rifiuta qualsiasi etichetta che blocca il
pensiero naturalmente aperto e flessibile. La ricerca di una fusione
tra vita e arte permea tutte le sue opere in cui trasferisce i suoi
desideri , le sue esperienze e aspettative esistenziali . Ne è una
testimonianza il film da lei diretto e scritto “ Lezioni di tango”
(1996), semi autobiografico basato sulle sua esperienza di ballerina
di tango argentino e in cui la Potter si esibisce per la prima volta
sullo schermo insieme con il ballerino Pablo Veron. Presentato al
festival del cinema di Venezia, il film è stato premiato con l’Ombù
d’oro in Argentina, ha ricevuto la nomination ai migliori film dal
Bafta e dagli Stati Uniti. Nel 2000 gira “The Man Who Cried “ con
Johnny Depp, Christina Ricci, Cate Blanchett e John Turturro. Seguito
nel 2004 dal film “Yes” in risposta agli attacchi negli Stati
Uniti dell’11 settembre. Nel 2009 diresse il film “Rage” e nel
2012 l’originale e problematico film “Ginger & Rose”. La
regista è nota negli ambienti cinematografici per il suo impegno
politico, per la ricerca di un’estetica innovativa e per gli
argomenti trattati, quasi sempre scomodi. Ne è una prova il film
“The party”, una commedia noir del 2018, in cui la Potter
attacca con un’ironia pungente la sinistra radical-chic inglese e
il post-femminismo, entrambi colpevoli del processo degenerativo
della società, ammantata ormai di falsi valori .
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