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TITOLO DEL ROMANZO

Dalla parte di lei”

AUTRICE

Alba De Cespedes

EDITORE

Mondadori

Anno 1949 pagg. 549



A cura di Marisa Guccione



TRAMA

Il racconto si svolge negli anni della guerra e della Resistenza, nella Roma del quartiere Prati nel 1939. Qui vivono i personaggi con le loro frustrazioni, i loro sentimenti, i loro amori.

Alessandra, detta “Sandi” vive con la sua famiglia benestante, suo padre conformista impiegato statale, che poco comprende la moglie Eleonora, suicida, pianista sognatrice, innamorata dell’amore; e la domestica Sista, passiva spettatrice dei drammi che si consumano in famiglia.

Nello stesso stabile, vivono Fulvia e la madre Lidia.

Spicca tra questi personaggi femminili la possente figura della matriarca abruzzese, nonna di Alessandra, conosciuta quando la ragazza sarà mandata in Abruzzo in seguito alla tragica morte della madre Eleonora.

Alessandra dice di sé: “potevo considerarmi figlia unica, sebbene prima della mia nascita, mio fratello Alessandro (da cui prende il nome) avesse avuto il tempo di venire al mondo, rivelarsi fanciullo e morire annegato nel Tevere a soli tre anni”.

Già si delinea quale sarà la vita della protagonista, erede di infelicità a causa della morte del fratellino.

Sandi vive una vita di stenti, la guerra incombe, e di poche gioie; ma è una giovane donna che pur riconoscendo l’infelicità, non pare arrendersi perché è alla ricerca visionaria dell’amore.

Di ritorno dall’Abruzzo, dove aveva avuto un buon rapporto con la nonna, carismatico personaggio, “padrona di tutto”, sembrava anche delle figure attorno a lei; Alessandra conosce a Roma Francesco Minelli, professore di filosofia del diritto all’Università. In quest’uomo riconosce l’amore tanto atteso, totalizzante e immenso.

Ma Francesco è ricercato per le sue idee, sarà perseguitato e incarcerato per attività eversive. Quindi questo amore tanto desiderato è fonte di infelicità; Francesco si rivela marito anaffettivo, distratto e indifferente a Sandi che lotta contro il “muro” che li separa.

Francesco, simbolo della Resistenza romana, la esclude dalle sue attività politiche tenendola a distanza.

Nessuno aveva intuito quanto amore avessi dentro di me e quale desiderio di esprimerlo” (quando trasporta all’insaputa del marito, alcune bombe).

All’ennesima richiesta di aiuto inascoltato, Alessandra lo colpirà con una pistola, uccidendolo, ultimo atto estremo di rassegnazione e infelicità a cui si ribella, conquistando infine la libertà.





VITA DELL’AUTRICE

(Roma, 4/03/1911 – Parigi 1997)

Protagonista del ‘900, intellettuale cosmopolita, visse tra Roma, sua città natale , Parigi e Cuba. Di famiglia benestante, impegnata politicamente, progressista e antifascista; di madre romana, Laura Bertini e padre cubano, ambasciatore di Cuba in Italia nel 1939. Il nonno Carlos Miguel riconosciuto come eroe dai cubani, ucciso nel 1874 dai militari colonialisti spagnoli.

Alba parlava più lingue ma preferì scrivere sempre in italiano. A 15 anni sposò Giuseppe Antamoro per ottenere la cittadinanza italiana, ebbe un figlio Francesco e si risposò vent’anni dopo, per la seconda volta.

Spaziò in svariati campi: fu scrittrice affermata, poetessa, autrice di testi teatrali, televisivi e cinematografici. Si dedicò alla letteratura per ragazzi (“La compagnia dei sette”, antologia scolastica curata da Maria Bellonci, 1948).

Passò l’ultimo periodo della sua vita a Parigi, la Parigi del maggio francese e della rivoluzione del quartiere Latino, alla fine degli anni ’60, e lì morì nel 1997.

Intellettuale completa percorse due binari lo stile-qualità letteraria e l’impegno politico-civile come partigiana spinta da un’esigenza di giustizia e libertà.

Il tema delle donne fu il centro della sua vita “voleva dare voce alla loro soggettività in modo rilevante e anticipatore”1.

Partecipò alla Resistenza, a 35 anni fu arrestata e presto liberata per l’intervento del padre ambasciatore; attraverso la voce di Clorinda2 parlava a Radio Bari (1943) e combatteva la sua battaglia civile in contrapposizione all’azione di convincimento e di propaganda del regime fascista. Attraverso Radio Bari, una potente emittente libera captata nell’Adriatico, la scrittrice sosteneva che fare cultura coincideva con fare politica.

Nel 1944 fondò la rivista letteraria “Mercurio”, collaborando con Moravia, Sibilla Aleramo, Bontempelli, Hemingway. Nel secondo dopoguerra, conobbe Paola Masino, Anna Banti, Maria Bellonci, Vittorini, Ottieri, Vitaliano Brancati, Palazzeschi, Corrado Alvaro e anche Italo Calvino, italo cubano come lei.

Nel 1948, alla chiusura di Mercurio, collaborò con il settimanale “Epoca”, con la rubrica “Dalla parte di lei” e scrisse per ”La Stampa” di Torino.

Dal 1949 al 1963 si concentrò nella scrittura.



OPERE

1935: anno di esordio, scrisse un libro di racconti “Anima degli altri”.

1938:Nessuno torna Indietro”, opera che la consacra scrittrice internazionale, divenne un best seller, fu censurato dal regime fascista che ne chiese il ritiro. Fu grazie alla grande amicizia che la legava ad Arnoldo Mondadori che poté pubblicare il libro.

La protagonista è una donna totalmente opposta allo stereotipo di madre-moglie-strumento di procreazione-casalinga del regime fascista che la De Cespedes combatteva.

1949: “Dalla parte di lei

1952: “Quaderno proibito”, romanzo che una crisi di coppia e di conseguenza il fallimento della famiglia e di una società fragile.

1963:Il Rimorso

1967: “La Bambolona

1972: “Nel buio della notte”

Con “Mucho Amor”, ultimo romanzo incompiuto dedicato a Fidel Castro, racconta pagine di storia cubana, ritratti della sua famiglia, la morte del padre ambasciatore di Cuba in Italia e la follia della madre Laura Bertini.

Produsse inoltre sceneggiature per film:

  • Gli ultimi 10 minuti in cent’anni d’amore”, 1954, diretto da Lionello De Felice;

  • Le Amiche”, 1955, diretto da Michelangelo Antonioni;

  • La Bambolona”, 1968 di Franco Giraldi.

1M. Zancan



2Pseudonimo della valorosa guerriera, eroina del Tasso che vestiva abiti maschili.



 
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