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OCEANIA

 a cura di Ketty Fragalà

 

 Titolo originale: Moana

Lingua originale: inglese, lingue austronesiane

Paese di Produzione: USA

Anno: 2016

Durata: 107min

Regia: Ron Clements, John Musker

Soggetto: Ron Clements, John Musker,

Aaron Kendell, Jordan Kendell, Pamela Ribon

Sceneggiatura: Jared Bush, Taika Waititi

Montaggio: Jeff Draheim

Musiche: Mark Mancina, Lin-Manuel Miranda, Opetaia Foa'i

Produttore: Osnat Shurer

Produttore esecutivo: John Lasseter

Casa di produzione: Walt Disney Pictures, Walt Disney Animation Studios

Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures





Con la proiezione di “Oceania” siamo arrivate all’ultimo film che conclude il progetto triennale “Il maschile e il femminile nelle fiabe proposto dalla BDS. “Oceania” è un film di animazione in computer grafica del 2016 prodotto da Walt Disney Pictures. E’ il 56° film Disney distribuito nei cinema statunitensi il 23 novembre 2016 e uscito in Italia il 22dicembre 2016.

In diversi paesi il titolo del film e il nome della protagonista sono stati modificati; la spiegazione ufficiale è stata che, in alcune nazioni “Moana” sarebbe inutilizzabile, in quanto marchio registrato. Alcuni però hanno ipotizzato che in Italia il nome della protagonista sia stato trasformato in Vaiana per evitare possibili rimandi all’attrice pornografica Moana Pozzi.

Oceania ruota intorno a una sola protagonista femminile forte che ha una spalla maschile, mutaforma e un po’ sopra le righe, nel semidio Maui; ha una nonna che tutto capisce e due animaletti buffi a cui è affezionata. Molto piacevoli le canzoni scritte da Lin-Manuel Miranda e Mark Mancina che sottolineano gli snodi principali della storia(nella versione italiana i brani sono interpretati da Chiara Crispo, Sergio Sylvestre e Raphael Gualazzi).

Sembrerebbe il solito film Disney, ma non si può fare a meno di notare che qualcosa è cambiato: Vaiana è la “prima” principessa Disney a non avere alcun problema di cuore, nessun amore sognato o vissuto. Non c’è un rapporto col maschio né desiderato né respinto(pensiamo a The Brave). Molti parlano di un film femminista, ma non è il femminismo la chiave di Oceania, semmai lo è una sua interessante evoluzione: nel film non si parla di emancipazione femminile, perché è data per scontata. Vaiana, l’eroina della storia, ha un problema da risolvere: salvare il suo popolo e la natura aiutata  da un semidio, e nessuno mette in dubbio che lei possa guidare un giorno il suo villaggio. Nel suo mondo la donna è già rispettata e gode già di pari opportunità, la sua ribellione non riguarda la rottura di una tradizione, ma addirittura il recupero di essa, il conflitto con suo padre nasce da questo, di certo non da problematiche di genere che il film nemmeno dimostra di avere: non ce n’è più bisogno … non male come ridefinizione della “magia Disney “…

La rivalutazione del mito e il messaggio ecologico sono i temi conduttori del film.

La Disney, infatti, tenta di rivalutare il ruolo che il mito, la narrazione ha nelle varie culture. Si vuole dimostrare alle giovani generazioni che, nonostante si sia cercato di sostituire o affiancare la “narrazione” con la “razionalità, la prima manterrà sempre il suo potere, perché, come ben sapevano gli antichi è magica: le parole ed i fatti che il mito narra parlano direttamente al nostro cuore, arrivano alle nostre emozioni, plasmano le categorie con le quali guardiamo il mondo e perciò plasmano la nostra stessa realtà. Un mito diverso, una narrazione diversa, può cambiare il modo di vedere il mondo, quindi può cambiare noi stessi e può aprire nuovi orizzonti.

Il film che ha come protagonista Vaiana, si apre proprio con una narrazione: “In principio c’era solo l’Oceano finché non emerse l’isola madre Te Fiti”.

Te Fiti dea madre, aveva un cuore dotato del potere della creazione che condivideva in armonia con tutto il mondo. Questa capacità di creare vita è però guardata con invidia, quindi, come spesso ricorre nei miti cosmogonici, un personaggio di sesso maschile ruba questo potere perdonarlo agli uomini; in questo caso si tratta di Maui, un semidio armato di un amo gigante che gli consente di essere un mutaforma che ruba il cuore a Te Fiti. E così avviene la frattura: il cuore rubato spezza l’armonia e si rompe l’alleanza uomo-natura, perché prevale il desiderio di potere, di dominio, di gloria. Senza più il cuore della dea la natura inizia a rovinarsi e la mancanza di equilibrio porta dovunque morte e desolazione. Con la fine dell’alleanza natura-umanità inizia anche la dicotomia natura-cultura e ancora oggi i due termini sono spesso concepiti come opposti. Dopo il furto del cuore, Maui viene inseguito dal demone della lava Te Ka e, nell’inseguimento Maui perde il suo amo e il cuore di Te Fiti e viene confinato su un’isola deserta.

Con questo racconto inizia il film e a tramandarlo è la madre del capo del villaggio alla sua nipotina Vaiana che ascolta entusiasta. La piccola Vaiana è attirata dall’Oceano e dall’avventura ed un giorno, avvicinandosi alle sue rive, aiuta un cucciolo di tartaruga marina a ricongiungersi col mare. Già qui possiamo vedere uno degli aspetti importanti del film: il senso di protezione verso la natura e le sue creature. In più vediamo una piccola Vaiana che si pone verso la tartaruga come guida e protezione, un po’ quello che nonna Tala fa con lei: le indica la strada e le sta accanto, ma è lei che deve crescere nel viaggio e capire quale è il suo scopo. L’Oceano attira la piccola Vaiana e accade una magia: l’acqua chiama la piccola, le apre una pista attirandola con splendide conchiglie, interagisce con lei fino a darle il cuore perduto di Te Fiti: una piccola pietra verde con l’incisione di una doppia spirale: l’Oceano l’ha scelta per ristabilire l’armonia riportando il cuore alla dea madre. Ma il padre, preoccupato per l’allontanamento della figlia, interrompe questa magia. Prende Vaiana e fa cadere il cuore nell’oceano ma lo recupera nonna “Tala” che ha assistito alla scena. Il personaggio della nonna è fondamentale: apparentemente è solo la pazza del villaggio, invece rappresenta colei che ha compreso la vera essenza della vita. E’ colei che ti fa capire ciò che realmente sei e vuoi, sa ascoltare l’autentica voce dell’anima e aiuta e sostiene la nipote Vaiana. E’ ormai abbastanza vecchia per infischiarsene del parere degli altri e non le interessa essere considerata “pazza” o diversa e passa il suo tempo a danzare con le onde dell’Oceano e la manta, suo animale preferito. La manta rappresenta l’elemento acqua, è il simbolo della gioia, della bellezza dell’animo e, secondo la tradizione Hawaiana la manta risulta essere uno spirito protettore e anche la custode della saggezza universale. La manta non possiede alcun padrone, non è legata a nessuno, è sempre felice e sa prendersi cura di sé stessa, senza ascoltare troppo il giudizio degli altri.

Vaiana sarà la futura capa del villaggio e in lei si alterna la consapevolezza dei suoi doveri(ricordati dal padre)e il desiderio di seguire il proprio destino(intuito dalla nonna).Ma questa è una contraddizione apparente, poiché non ci può essere una cosa senza l’altra.

L’occasione per superare questa apparente contraddizione arriva quando anche sull’isola felice, in cui vive la protagonista, le piante cominciano a marcire, non danno frutti e il pesce scarseggia. Questa isola, che sembrerebbe un paradiso di abbondanza e di armonia, risente dell’antica frattura causata dal furto del cuore che Maui ha sottratto a Te Fiti. E così, quando il pesce scarseggia, Vaiana propone di superare il reef, la barriera corallina, per cercare al largo più pesce. Il reef è un confine simbolico che la nostra eroina deve superare per costruire la propria identità e diventare una capa che guida e protegge il suo popolo nel rispetto della natura. Ma il padre glielo impedisce (quante volte troviamo padri che per tradizione, tabù, presunta protezione ostacolano i desideri delle figlie e dei figli).Il padre impone un vecchio tabù per proteggere la gente del villaggio e il reef diventa il confine ultimo entro il quale ci si può spingere. Vaiana disobbedisce e parte di nascosto ma la forza del mare mette la sua vita in pericolo. Ritornata sull’isola la nonna l’accoglie e le rivela il perché delle paure del padre: un naufragio nel quale perse un suo caro amico.

La nonna le mostra pure l’interno di una grotta(grotta che simboleggia una cavità matrice e madre da dove partire e dove rifugiarsi)dove sono nascoste imbarcazioni utilizzate dagli antenati per navigare oltre il reef e la nonna rivela anche di essere stata presente il giorno che l’Oceano l’avrebbe scelta per rimettere a posto il cuore di Te Fiti. Nella grotta, aiutata dalla nonna e dalla visione di antichi antenati navigatori, Vaiana troverà la risposta che cercava: deve partire, deve superare il reef.

Ogni dilemma deve dare origine ad una scelta, che deve essere consapevole e libera al fine di consentire una maturazione del sé. Una scelta che farà di Vaiana (ma in effetti di ogni essere umano)una persona completa e matura. La nonna Tala le spiega come fare per ritrovare Maui e come fare per spingerlo a riporre il cuore della dea al suo posto, ripristinando l’equilibrio tra madre natura e uomo.

E così la nostra eroina decide dipartire servendosi di una piccola imbarcazione reperita nella grotta e, però, proprio quel giorno si ammala la nonna che, morente la incita a riprendere il viaggio per completare la sua missione e le promette che le sarà sempre vicino spiritualmente. Cosi Vaiana riparte, ma il suo viaggio termina quando una terribile tempesta la spinge su un’isola deserta: l’isola dove vive Maui. Dopo vari contrasti, Vaiana riesce a convincere il semidio a riportare il cuore alla dea madre, ma prima Maui deve recuperare il suo amo magico, che è in possesso di Tamatoa.

Le peripezie dei due eroi continuano: Tamatoa vive in un luogo estremamente pericoloso ma Vaiana supera tutti gli ostacoli e,a questo punto, dimostrerà di meritare fiducia e stima. Maui non la guarderà più con aria di sufficienza, ma inizierà a collaborare con lei. Grazie a questa collaborazione l’amo è recuperato e Maui capisce che ha bisogno di lei e la guarderà con altri occhi. Ora la navigazione può riprendere alla volta di Te Fiti e ora è Vaiana che ha bisogno di Maui e lui le insegna l’arte di navigare orientandosi con le stelle.

Durante la navigazione si scopre che Maui è nato da genitori umani e poi è stato abbandonato dalla madre; in seguito sarebbe stato soccorso e allevato dagli dei i quali gli hanno regalato l’amo magico. E così si spiega tutto il bisogno di essere amato: la ferita dell’abbandono ha guidato ogni impresa di Maui, anche il furto del cuore di Te Fiti è stato fatto per riconquistare l’amore degli uomini che lo avevano abbandonato.

Ma le peripezie dei nostri eroi non sono finite: quando arrivano presso Te Fiti, vengono attaccati da Te Ka, demone del fuoco e della lava. Maui viene sopraffatto e Te Ka danneggia gravemente il suo amo da pesca, scagliando la barca lontano. Maui abbandona Vaiana e mette in dubbio che l’Oceano l’abbia scelta per portare a termine la missione. Vaiana, sconvolta, chiede all’Oceano di scegliere un’altra persona per portare a termine la missione. Il cuore di Te Fiti è nel fondo dell’oceano. A questo punto la nonna, in spirito, interviene sotto forma di manta, incoraggia la nipote a recuperare il cuore. Maui, pentitosi, decide di tornare per distrarre Te Ka, nonostante sappia che l’amo magico verrà distrutto nella battaglia. Giunta sulla cima di Te Fiti, Vaiana scopre che l’isola non c’è più e che di essa è rimasta solo l’impronta. Osservando da lontano, nota un segno circolare nel petto di Te Ka e così Vaiana capisce che Te Ka non è che Te Fiti stessa che senza più il suo cuore è impazzita, trasformandosi nel demone del fuoco e della lava (chiaro riferimento alla Polinesia, terra bella e fertile, ma anche fortemente sismica e vulcanica).E si capisce così che tutto cambia quando l’inseparabile viene forzatamente diviso, quando viene forzatamente separato ciò che in principio era unito.

La dea, da dispensatrice di vita, di armonia, di fertilità diventa una dea maligna che distrugge e rovina. Ma Vaiana è lì per restituire il cuore e ricorda a Te Fiti chi è veramente, con l’aiuto dell’Oceano la lava la raggiunge, Vaiana restituisce il cuore a Te Ka che ritorna ad essere Te Fiti: la vita rinasce a poco a poco e l’armonia e la bellezza ritornano.

A questo punto la dea Te Fiti fa pace con Maui, lui si scusa senza riserve e lei lo perdona. E’ vero: lui ha creato il caos, ma ha contribuito a rimediare perché è cambiato. Incontrando Vaiana, e condividendo con lei avventure ed esperienze, ha riconosciuto il suo errore. E la dea lo ricompensa dandogli un amo magico nuovo e a Vaiana regala una barca con la quale potrà tornare a casa.

Così Vaiana torna dal suo popolo e ne diventa capa e compie una rivoluzione politica che riporta il suo popolo alle antiche e gloriose tradizioni marinare. Con una immagine ben riuscita, dove i suoi antenati ponevano pietre piatte, simbolo del proprio potere, mostrandosi in continuità col passato, lei pone una conchiglia, che non è solo simbolo del femminile, ma è qualcosa su cui non potrà andare niente altro, perché lei ha riconosciuto e modificato la vera natura della vita sociale del proprio popolo, opponendosi al volere dei precedenti regnanti.

Insegnerà a navigare alla sua gente, che lo aveva dimenticato, sarà accompagnata dalla “Nonna Manta” e da Maui, sotto forma di falco.

La parte finale è molto bella, esaltata dalla visione in 3D: il cuore viene riportato alla dea, la natura rifiorisce e si riscatta così il maschile patriarcale e si riconosce l’opportunità e la necessità di collaborazione tra il maschile e il femminile.



In questo film la Disney cancella il mito dell’eroe che devasta, uccide, sottomette; ci sono due eroi, Maui e Vaiana, che collaborano per salvaguardare l’equilibrio e le leggi della natura. Si attua un duplice cambiamento: il primo è che non c’è più un eroe singolo e maschile, ma un eroe multiforme; il secondo cambiamento è che il gesto eroico non è dato dalla sottomissione della natura, ma dalla alleanza con essa.

Il film non presenta personaggi cattivi, come negli altri film Disney; qui ci sono solo errori dell’umanità, non crudeltà innate. Il voler superare questi errori è il messaggio quanto mai attuale che lascia questo film.

Ci è piaciuto molto questo finale che non ripropone il solito matrimonio dei classici, ma rimarca la necessità di una collaborazione tra uomo, donna e natura.

Umanità e natura diventano alleate e solo così si avrà la vita, l’abbondanza, l’armonia. E alleati tornano anche il maschile e il femminile, senza bisogno di matrimoni, finalmente sullo stesso piano, non in quella asimmetria di ruoli di molte fiabe classiche in cui il personaggio maschile incarna la polarità attiva e quello femminile la polarità passiva. Qui, invece, l’attivo e il passivo si alternano in uno scambio proficuo da cui entrambi escono vincitori e cambiati.

Alle giovani generazioni passa questo messaggio: esiste un attivo femminile quanto un passivo maschile e ogni essere umano ha queste qualità, questi strumenti, entrambi fondamentali.

Questo non significa annullare le differenze, significa abbandonare l’idea che la differenza è connaturata ad un genere. Si veicola il messaggio che la donna non è solo moglie, madre, sorella, ma persona aperta alle problematiche politiche e sociali e che ha con l’uomo uno scambio di opinioni e di idee dal cui confronto possono nascere soluzioni positive per la vita e la storia degli esseri umani.

Viene da chiedersi: è la Disney che è cambiata o è cambiata perché è cambiato il modo di vedere la vita e la relazione tra i sessi?

In conclusione si può certo affermare che il film ha delle scene che rappresentano la terra, la dea madre, molto belle che a noi, che siamo abituati a vedere il nostro pianeta come un ammasso di materie da sfruttare, restituisce la poesia della natura e della vita.

Il film ha avuto numerosi riconoscimenti, ma ha suscitato anche polemiche soprattutto da parte di molti popoli polinesiani e hawaiani. E’ stata, infatti, criticata la versione del mitico Maui proposta, che viene considerata svilente. Si critica inoltre l’aver preso alla leggera Il valore culturale del tatuaggio maori e perciò la Disney è stata costretta a ritirare il costume del semidio per bambini. Altre critiche sono state fatte alla trasmissione di alcuni stereotipi Maori, non ultima la stazza di Maui e di altri personaggi e la scarsa accuratezza storica sulle origini del popolo polinesiano. Viene infatti evidenziato che non tutti gli elementi culturali Hawaiani siano assimilabili alla cultura Maori, poiché non è “tutto Oceania”, come non è “tutto Europa”.

Ma il film piace soprattutto per il messaggio ecologico che arriva alle giovani generazioni e poi perché mette in luce un differente femminile. Vaiana è attiva, fiera, completa come la controparte maschile ed è bello vedere come cambia e si evolve la relazione tra i due, che avranno rapporti di parità e di completamento, che hanno in comune obiettivi di carattere sociale e politico che li legano e li uniscono, che li fanno confrontare e dialogare e questo è molto più importante del patto matrimoniale col quale si concludono molti film Disney.

 

 

 

 

 
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