Sei su Archivio / 2018 / cinema
LA
PRINCIPESSA e il RANOCCHIO
a
cura di Alessandra Merola
Titolo
originale: The
Princess and the Frog
Lingua
originale: inglese,
Paese
di Produzione: USA
Anno:
2009
Durata:
97min
Regia:
Ron Clements, John Musker
Soggetto:
Fratelli Grimm,
E.D. Baker
Sceneggiatura:
Ron Clements, John Musker
Rob
Edwards, Greg Erb, Jason Oremland,
Scenografia:
James Aaron Finch
Character
design: Rick Maki
Animatori:
Dale Baer, Eric Daniels, Ian Gooding, Bert Klein
Montaggio:
Jeff Draheim
Musiche:
Randy Newman
Produttore:
Peter Del Vecho
Produttore
esecutivo: John
Lasseter
Casa
di produzione: Walt
Disney Animation Studios
Distribuzione:
Walt Disney Pictures
La principessa e
il ranocchio (The
Princess and the Frog) è un film
d’animazione del 2009 realizzato con tecnica tradizionale e il
49º Classico Disney, liberamente ispirato ad una fiaba dei
Fratelli Grimm, Il principe ranocchio.
Il film è diretto
da John Musker e Ron Clements , mentre la colonna sonora è
composta da Randy Newman. Questo film viene considerato il primo del
secondo Rinascimento Disney (chiamato anche "Revival Disney"
affinché non lo si confonda con quello durato dal 1989 al 1999).
TRAMA
Sulla riva del
Grande Fiume la città di New Orleans, ricca di luci, di magia e
bellezza è il magnifico sfondo di una storia che si colloca in un
periodo storico determinato, i ruggenti anni Venti. Il vago e
indeterminato “c’era una volta” delle fiabe è insolitamente
sostituito da un’ambientazione precisa, accompagnata dal commento
sonoro della musica jazz. Il Jazz è un genere musicale nato in
America alla fine dell’Ottocento dall’incontro della musica
afroamericana (blues, spiritual, canti di lavoro) con la musica
popolare europea; è contraddistinto dal ritmo sincopato, dalla
poliritmia e dall’improvvisazione.
L’ambientazione
cittadina è rappresentata dal Quartiere francese, con la sua
architettura caratteristica: le facciate dei palazzi dipinte in
tonalità pastello, i balconi in ferro battuto riccamente decorati,
le persiane di legno e i cortili interni.
Tiana è una bella
e giovane donna che lavora duramente per realizzare il suo sogno, che
poi era anche quello di suo padre, morto però prima di realizzarlo:
diventare la proprietaria di un ristorante di lusso, dove vengono
cucinati cibi prelibati e si ascolta buona musica. Non ha tempo per
pensare all’amore, è molto concreta e pragmatica, ma nonostante i
suoi sacrifici e il suo impegno è troppo povera per avere la
possibilità di raggiungere il suo obiettivo.
Il Principe Naveen,
proveniente dalla lontana Maldonia, giunge in città. Nonostante il
fascino che attrae tante donne, è un uomo pigro e irresponsabile,
che i regali genitori hanno cercato di correggere tagliandogli i
fondi e costringendolo a impegnarsi per mantenersi. Naveen è
trasformato in ranocchio dal malvagio Dottor Facilier, esperto di
magia nera, in combutta con gli spiriti dei morti, che vorrebbe
conquistare il potere sulla città sfruttando l’avvenenza e il
titolo regale del ragazzo. Naveen, che conosce la fiaba del principe
trasformato in ranocchio il quale riacquista la forma umana grazie al
bacio di una principessa, incorre in un equivoco. Trovandosi alla
festa organizzata dalla ricca Charlotte, amica sin dall’infanzia di
Tiana, si fa baciare da Tiana, credendola una principessa perché la
ragazza indossa un abito sfarzoso e porta una coroncina in capo. In
realtà tutto le è stato dato in prestito da Charlotte. Il risultato
è che anche la nostra protagonista assume le sembianza di una
ranocchietta verde. I due a si ritrovano bloccati nella baia della
Louisiana, inseguiti da balordi cacciatori di rane e da alligatori e
cercano una misteriosa sacerdotessa di ben 197 anni, chiamata Mama
Odie, che dovrebbe aiutarli a ritrovare la forma umana. Durante il
difficile viaggio vengono aiutati da buffi amici: Ray, una lucciola
Cajoun, che cioè nel film originale parla il particolare francese
dell’etnia omonima discendente dai Francesi deportati molto tempo
prima proprio in Louisiana, e un innocuo coccodrillo che è anche un
appassionato suonatore di Jazz, Louis. Nonostante il loro percorso
sia pieno di pericoli, le difficoltà aguzzano l’ingegno e la
coppia sfortunata finirà per realizzare i propri sogni, non senza
imparare la lezione di vita della buona e misteriosa Mama Odie.
RECENSIONE
Il film è stato
disegnato in modo tradizionale e, come nella migliore tradizione
Disney, il prodotto è impeccabile. L’ambientazione cittadina è
affascinante e riproduce l’architettura del Quartiere Francese:
scegliere uno sfondo storicamente determinato è una novità rispetto
alle solite fiabe, che contribuisce a creare un’atmosfera originale
per la ricchezza culturale ed artistica di New Orleans.
Le scene che si
svolgono in ambienti naturali rappresentano le zone paludose e
selvagge del Bayou. C’è un’efficace contrapposizione tra la
città, con il suo carico di storia e cultura che ben si intuisce, e
la natura vivida di colori dove la presenza dell’uomo è superflua.
La protagonista, a
differenza delle eroine solite, ha la pelle scura. Non solo, è anche
di origini umili e la sua condizione sociale costituisce un
impedimento alla realizzazione del suo desiderio. La sua è però una
famiglia in cui regna l’amore e dove si lavora con
abnegazione e onestà, lei stessa compie grandi sacrifici e
viene apprezzata per le sue capacità. A differenza dell’amica
Charlotte, ricchissima, che sogna l’amore ad occhi aperti, Tiana
sembra non avere né tempo, né energia da perdere per trovarsi un
fidanzato. E’ sicuramente un personaggio molto più vicino alle
ragazze di oggi delle principesse di altri cartoni: rischia
però di dare eccessiva importanza alla realizzazione materiale e la
saggia Mama Odie le dà indicazioni in questo senso. Ritroverà la
forma umana se sarà in grado di scavare dentro di sé e
capire ciò di cui ha realmente bisogno.
Il principe in
confronto a Tiana è figura un po’ in ombra. Anche lui però va
controcorrente rispetto alla tradizione: è bello e affascinante, ma
pigro e poco responsabile; addirittura senza soldi, per il tentativo
di correggerlo messo in atto dai suoi genitori. Quindi anche qui gli
sceneggiatori hanno cercato un po’ di sano realismo, trasformando
il principe delle fiabe in un ragazzo non privo di difetti. Si va
verso il superamento degli stereotipi di genere secondo cui i maschi
sono sempre forti, coraggiosi, capaci di proteggere ragazze deboli e
spaurite e risolvere le difficoltà.
Attraverso varie
vicissitudini i protagonisti della fiaba correggeranno il loro
eccessivo interesse per il denaro o le loro mancanze e troveranno
l’amore, l’unica forza davvero positiva, dalla quale non si può
prescindere.
Amici sinceri
acquisiti durante il travagliato percorso verso il vero senso della
vita sono una simpatica lucciola sognatrice di nome Ray (la cui
voce italiana è quella del bravo Luca Laurenti) e un coccodrillo
goffo, ma buono, di nome Luis (un altrettanto bravo Pino
Insegno), che alla fine coronerà il suo sogno di suonare in una vera
band di jazzisti.
Cosa insegna la
bella fiaba? Il valore dell’amicizia sincera e disinteressata,
l’importanza dell’amore e della condivisione; il raggiungimento
degli obiettivi, se sono perseguiti con determinazione e spirito di
sacrificio. E soprattutto che le donne a volte sono più brave degli
uomini, hanno dei progetti riguardo la loro vita e sanno perseguirli
con tenacia , intraprendenza e intelligenza. L’eroina
merita un posto privilegiato all’interno della narrazione. Ma ci
sono anche altre figure femminili positive: l’amica Charlotte, che
sembra tanto superficiale, alla fine della storia saprà rinunciare
al principe, consapevole che il legame tra Tania e Naveen va
rispettato; la maga Mama Odie rappresenta in modo simpatico la
saggezza.
Nel complesso La
principessa e il ranocchio prosegue l’evoluzione positiva dei
personaggi femminili. Mentre nei primi film Disney la posizione
delle eroine era sempre subalterna ai ruoli maschili e la
caratterizzazione privilegiava l’aspetto fisico e l’amabilità,
in seguito di pari passo con i cambiamenti sociali e culturali, anche
le eroine hanno avuto un peso diverso nella storia, sono state meglio
caratterizzate e valorizzate. E’ stato però osservato che le
battute dei personaggi maschili dei film più moderni occupano
comunque uno spazio maggiore di quelle femminili: ad esempio ne
La sirenetta
ben il 68 per cento, il 71 per cento ne La
bella e la bestia,
il 90 per cento in Aladdin
e il 77 per cento in Mulan,
tanto per citarne alcuni tra i più noti.
Rapunzel – L’intreccio
della torre e Ribelle
– The Brave hanno una
distribuzione più equa di battute tra uomini e donne, ma Frozen
– Il regno di ghiaccio segna
un passo indietro perché nel film il 59 per cento dei dialoghi è
affidato agli uomini. Come mai avviene questo? Probabilmente
perché i ruoli femminili sono meno numerosi e poco significativi.
|