Sei su Archivio / 2017 / libri

 

LA LETTERA



a cura di Nuccia Fragalà

Autrice Kathryn Hughes

Editrice Nord

Anno 2016

Pagine 348

















Tu e il  nonno come vi siete conosciuti ?”   

Tante di noi avranno fatto una domanda simile alla propria nonna e, sarà proprio questa curiosità di bambina ,a dare a Tina la possibilità di raccontare e rivivere una storia intrisa di dolore, di speranza, di amore …

Kathryn Hughes, l’autrice del romanzo, è nata nel Cheshire, una contea dell’Inghilterra, dove vive tuttora. Per 29 anni ha lavorato con il marito, ha cresciuto due figli viaggiando molto. Ha sempre amato scrivere storie, ma solo da poco si è dedicata a pieno alla narrativa. “La lettera” è il suo primo romanzo, un romanzo che si è subito imposto come il caso editoriale dell’anno, ha infatti conseguito uno strepitoso successo, scalando le classifiche di tutto il mondo e vendendo 500.000 copie, diventando in pochissimo tempo uno best-seller dal grande impatto emotivo. Ancora oggi, in rete, sono migliaia le recensioni positive dei lettori e ogni giorno se ne aggiungono altre.

"Tutta la mia storia si basa su una lettera” queste le parole dell’autrice inglese, durante un’intervista. “Una storia d’amore e di speranza, una storia di come tutto possa cambiare in poco tempo e come il futuro ci possa riservare qualcosa che non avremmo mai immaginato” continua ad affermare  nell’intervista la scrittrice che sostiene anche di non volersi fermare e che ha quasi ultimato un nuovo romanzo. Tutto qui quello che si sa sulla sua biografia.

Il libro della Hughes , non presenta una unità temporale e spaziale, si snoda, infatti, su un intreccio che ci porta all' oggi ,in America, al 1973 e al 1939, in Inghilterra e in Irlanda.

 

Il romanzo ci presenta all'inizio un quadretto georgico … Siamo in America...Due anziani curano le piante in un giardino con la nipotina Ava, un quadretto semplice in cui, però, si percepisce subito la presenza dell’amore e della serenità. Sarà proprio la curiosità e la domanda della piccola Ava a dare l’avvio al racconto...

Manchester  1973. Tina è una giovane ragazza sposata con Rick. Già dalla prima pagina capiamo che Tina ha accanto un uomo violento, manesco, che beve, fuma, gioca. Si era rivelato violento già dal primo giorno di nozze, ma Tina “era certa si fosse trattato di un caso isolato” infatti, nonostante si fosse ripromessa di non diventare una vittima, tutte le volte che decideva di andarsene tornava indietro, vedendo il marito pentito, umile e contrito che le giurava che non avrebbe più alzato le mani su di lei. Ecco, così era Rick : un attimo un prepotente, cattivo e maledetto e quello dopo un angioletto". Egli, infatti, orfano da piccolo e viziato dalla madre era maestro nel manipolare e convincere.

Tina vive dunque un rapporto conflittuale e frustrante, ma da cui  non riesce a staccarsi; oltre ad occuparsi di tutto in casa, lavora per sopperire alle mancanze del marito, spesso disoccupato, senza intenzione di trovare un posto di lavoro e grande scommettitore. Tina si sente appagata solo il sabato, quando presta volontariato in un magazzino che raccoglie e distribuisce vestiti usati ai più bisognosi.

Il suo caro grande amico, Graham, e il suo impegno come volontaria presso il “Charitas Shop” rappresentavano gli unici punti di riferimento nei momenti di difficoltà e di sconforto, dandole forza e speranza. Proprio al Charitas Shop, in un normale sabato pomeriggio,Tina, tra gli indumenti usati, trova una giacca di ottima fattura, nella cui tasca interna c’è una lettera.

Forse aprire la busta ormai ingiallita,poteva sembrare un gesto invadente e scortese, ma Tina non resiste alla tentazione. Spinta dal desiderio di conoscere il contenuto, la apre. La lettera è datata 4 settembre 1939, è stata scritta ben 34 anni prima e non è stata mai imbucata, un particolare che accresce la curiosità di Tina …

 

180 Gillbert Road

Manchester

                                                                                                                            4 settembre 1939

Christina, tesoro mio, come sai non sono molto bravo in questo genere di cose, ma il mio cuore è a pezzi e mi spinge ad agire. Il modo in cui ti ho trattata ieri è imperdonabile però,ti prego, sappi che se mi sono comportato così è stato solo perché ero sconvolto e non per quello che provo per te. Questi ultimi mesi sono stati i più felici della mia vita. Non te l’ho mai detto prima, lo so, ma ti amo, Chrissie, e se tu me lo concedi, voglio trascorrere con te ogni giorno che ci resta per dimostrartelo. Tuo padre dice che non vuoi più vedermi ed io non posso biasimarti, ma la faccenda ora non riguarda più soltanto noi due, c’è anche un bambino da considerare. Voglio essere un buon padre e un buon marito. Sì, Chrissie questa è la mia, se pur goffa, proposta. Ti prego, dì che diventerai mia moglie e che cresceremo nostro figlio insieme. La guerra potrà anche separarci fisicamente, ma le nostre anime saranno legate per sempre. Ho bisogno del tuo perdono, Chrissie, ti amo.

Tuo per sempre

Billy

 

La lettera contiene, dunque, poche righe, scritte da Billy a Chrissie; poche righe scritte con il cuore, con cui Billy chiede perdono e scusa all’amata Chrissie, abbandonata quando viene a sapere che è incinta. La lettera, indirizzata a Miss Skinner, non sarà mai spedita …

Il piccolo foglio, ingiallito dal tempo, pone a Tina mille domande :perché questa lettera non è stata mai spedita ? Cosa vogliono dire quelle meravigliose parole ? Chi è Billy, l’uomo che implora perdono ? Chi è Chrissie, la destinataria della lettera ? Cosa ne sarà stato di Billy e Chrissie? Tina non trova risposta a queste domande, sente solo che un filo invisibile la lega a Chrissie, tra l’altro il vero nome di Tina è proprio Christina,  decide, così, di mettersi sulle sue tracce …

Inseguire quel ricordo ingiallito, diventa ben presto per Tina una ragione di vita, l’unico modo per sfuggire a un marito violento ed a una esistenza annegata in un oceano di rimpianti. Tina inizia, con una passione e un coraggio che non sapeva nemmeno di avere, a scavare nel passato, ad aggrapparsi a quel piccolo foglio ingiallito, convinta che le darà la forza di cambiare, di sfidare il destino, di non arrendersi, di scommettere sulla propria felicità. Si convince che non è mai troppo tardi per perdonare … soprattutto se stessi. Fare luce su questo mistero significherà per lei cambiare,incontrare persone nuove, staccarsi da quella vita che ormai non riusciva più ad accettare…

Con una straordinaria abilità narrativa, la scrittrice ci porta nel 1939… conosciamo cosi la storia di Billy e Chrissie.

Billy, nato nel 1918, è cresciuto in un orfanotrofio, un bambino senza madre che sarà adottato da una madre senza bambino, Alice, che lo amerà quanto, se non più , di un figlio naturale, non sarà cosi per il padre che non lo aveva mai sentito figlio suo.

Nel 1939, Billy aveva 21 anni, era bellissimo e corteggiato, s’innamora perdutamente di Chrissie, figlia di un medico, il dottor Skinner, padre severissimo, e di Mabel, un'ostretrica, madre molto arrendevole. I ragazzi si conoscono in una sala da ballo. Ma due uomini ostacoleranno la loro storia … il dottor Skinner e un uomo impegnato a invadere l’Europa (Hitler). Billy e Chrissie continuano a frequentarsi e ad essere sempre più innamorati. Lei rimane incinta. Billy, saputa la notizia, rimane sconvolto …

Sono ancora giovani, la guerra è alle porte e il ragazzo si sente spiazzato. Per quanto ami Chrissie non sa cosa fare e fugge, momentaneamente, senza sapere che quella sarà l’ultima volta che vedrà la fidanzata. Chrissie si sente delusa e sola, ma Billy ci ripensa, torna da Christie che non gli apre la porta, la ragazza è felice che sia tornato, ma vuole in qualche modo punirlo … Lo avrebbe lasciato fuori per almeno un’ora. Il padre di Chrissie, il dottor Skinner, prende l’occasione al volo e cerca di separare i due, convincendo Billy a rinunciare a Chrissie, dicendogli che la ragazza non ha intenzione di perdonarlo. Billy torna a casa, parla con la dolce madre, Alice, che consiglia al figlio di scrivere una lettera per scusarsi e chiedere perdono. Chrissie è convinta di essere stata abbandonata da Billy, è sola, incinta e i suoi genitori non sanno nulla. Come affrontare tutto ciò ?

Quando la madre di Chrissie scopre che la figlia è incinta, ha una forte reazione e teme l’ira del marito. Billy decide di scrivere la lettera il 4 settembre, il giorno prima era stata firmata la dichiarazione di guerra. Era scoppiata la Seconda Guerra mondiale ,Billy viene reclutato e dovrà partire.

Billy cerca di incontrare Chrissie, si imbatte nel dottor Skinner, gli dice che Chrissie è incinta e che sta andando a spedire una lettera per lei. Il dottor Skinner è colto da malore, sperava ben altro per sua figlia … convince Billy a dargli la lettera, la darà lui a Chrissie. Prende la lettera e la mette nella tasca interna del vestito, dove  rimarrà per ben 34 anni.

 Il dottor Skinner rientra in casa e dice alla moglie Mabel di preparare la valigia a Chrissie : per lui è una sgualdrina, deve lasciare l’Inghilterra e andare in Irlanda da una zia, il fatto che la ragazza sia incinta in una piccola comunità è una vergogna insostenibile. Cosi Chrissie lascia la casa per iniziare una nuova vita. Billy va a casa di Christie e Mabel gli dice che sua figlia è partita. Billy chiede della lettera, ma Mabel non ne sa niente : il dottor Skinner non l’ha consegnata a Chrissie come aveva promesso.

Una sera Mabel, viene chiamata per un’urgenza, è una serata di pioggia, viene investita da una macchina e morirà sul colpo. Chrissie, in Irlanda dalla zia, si sente triste e sola, non sarà informata né della lettera né della morte della mamma. Anche la zia che la ospita in Irlanda muore di tisi. Chrissie, che ha stretto una bella amicizia con Jackie, un fattore che tanto le sarà di conforto, decide, su consiglio del parroco, di andare nel convento di St. Bridge per partorire e garantire per tre anni una vita tranquilla al bambino.

Il convento di St. Bridge era un istituto femminile che accoglieva ragazze incinte, orfane o ritenute immorali o comunque in contrasto con la società benpensante del tempo. Questo istituto ricorda le tante case dette “Magdalene” sorte in Inghilterra e in Irlanda nel XIX secolo e gestite da suore che appartenevano a vari ordini per conto della Chiesa Cattolica.

Ma l’intreccio, l’abile intreccio narrativo della scrittrice, ci riporta al 1973 e a Tina che intanto si è messa sulle tracce di Chrissie. Seguendo l’indirizzo si reca sul luogo dove sarebbe dovuta arrivare la lettera mai spedita e raccoglie notizie da una vecchia signora che le parlerà di Chrissie e della sua storia.

Tina, dopo aver lasciato Rick, scopre di essere incinta. Lo dice a Rick. I due si rimettono insieme. Tina crede che Rick sia cambiato, non beve più, solo qualche volta, sembra essere premuroso e pronto a diventare padre. Tina continua le sue ricerche e riesce a rintracciare Alice, la madre adottiva di Billy, ormai molto anziana. Tina le fa vedere la lettera, quella lettera che Billy aveva scritto proprio su suggerimento di Alice , prima di partire per la guerra dove morirà nel 1940.

 Rick continua però a bere e a essere geloso e violento. Un giorno Tina, tornando a casa, trova  furibondo, con una lettera in mano, Rick che le dice: “Bene, bene Christina, quando avevi intenzione di parlarmi di questo Billy ?”. Tina cerca di spiegare il malinteso ,ma Rick si scaglia su di lei … Tina avverte un liquido tiepido tra le gambe, perde i sensi, perde la bambina che nasce morta e che Tina chiamerà Katy. Intanto Rick scopre il tragico malinteso quando si accorge che la lettera è datata 1939. Rick si dispera e trova conforto nell’alcool, la sua gelosia si era trasformata in una paranoia di dimensioni colossali. Quando torna a casa, vede una macchia rossa sul pavimento, capisce tutto e trova solo la forza di scrivere “scusa” dietro la lettera. Sa ormai di aver perso Tina, alla quale è concessa finalmente la libertà. Due poliziotti comunicheranno a Tina che Rick è stato trovato morto vicino a un canale, ubriaco. Tra i singhiozzi Tina, amareggiata, confessa che avrebbe voluto avere la possibilità di dirgli quanto lo odiava.

Nella seconda parte del romanzo incontriamo William,  un giovane, in procinto di partire dall’America. Aspettava da tanto quel momento, anche se gli sembrava di tradire quei genitori che per 31 anni lo avevano amorevolmente accudito. Era stato adottato da Marta e Donald Lane. I primi tre anni li aveva trascorsi con la madre naturale in un convento, in Irlanda del sud, dove era venuto alla luce. Aveva sempre saputo di essere stato adottato , ma sentiva il bisogno di conoscere la sua vera madre, pur amando tanto i suoi genitori adottivi.

William era nato il 10 aprile 1940, sua madre , allora ,aveva 20 anni. Tutto ciò che sapeva sulle sue origini era contenuto in un foglio che teneva ben custodito. Arrivato in Irlanda, William alloggia dalla simpatica signora  Flanagan e comincia a raccogliere notizie intorno al convento dove era nato.

William riesce finalmente a raggiungere il convento, ben protetto da muri spessi e ricoperti da schegge di vetri rotti. Era praticamente impossibile entrare, ma anche uscire. Riesce ad entrare nel convento con la complicità dell’autista del furgone che portava al convento le lenzuola. Viene accolto da suor Benedicta. William vuole sapere di suo madre,visto che era stata lì reclusa e lui lì era nato nel 1940. Nell’ufficio delle suore una targa sul muro recita “Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato” (Giacomo 1.5). Secca la risposta della suora alle insistenze di William. “Le donnacce ospitate nel convento sono depravate, respinte dalla società alla quale hanno arrecato danno e disonore. Il convento le aiuta a partorire e poi, dopo tre anni, assicura l’adozione ai loro figli assegnandoli a genitori amorevoli”.La suora non dà nessun 'altra informazione.

 William, sulla via del ritorno, incontra Grace, la  levatrice del convento da 36 anni, è lei che fornirà notizie su sua madre e illustrerà le rigide regole di St. Bridge. “Nessuna ragazza può portare con sè il figlio quando lascia il convento e, firmando un documento, rinuncia per sempre a qualsiasi diritto sul proprio figlio”. Grazie a Grace, William conosce il nome della madre, Christina Skinner. Si reca quindi a Manchester, città natale della madre. Ora è necessario avere un certificato di nascita. L’impresa sembra impossibile, ma una impiegata dell’anagrafe afferma che il certificato di Christina Skinner era stato richiesto la scorsa settimana ed era in attesa di ritiro. Chi poteva essere stato a richiedere una copia ? William aveva un disperato bisogno di risposte. La richiedente era una certa Tina Craig. William vede Tina ritirare il certificato, la segue, le parla, le racconta la sua storia. A questo punto, Tina, tira fuori la vecchia lettera ingiallita, la porge a William e lo invita a leggerla. “Il bambino di cui parla sono io” sono le parole che Wlilliam pronuncia con gli occhi lucidi. Tina continua il suo racconto e William chiede a Tina di accompagnarlo … vuole cercare sua madre. Tina accetta e durante il viaggio racconta a William la sua storia e di come l’alcool abbia rovinato la sua vita. William alla fine del racconto capisce quanta importanza abbia avuto il ritrovamento di quella lettera nella  vita di Tina. Dopo varie ricerche i due incontrano una signora che sostiene di conoscere la madre di William.

Nella terza parte del romanzo  ritroviamo Chrissie, che dopo i tre anni dal parto, esce dal convento, e trova ospitalità a Brian Farm presso Jacky Creevy. Doveva essere un sistemazione temporanea, ma erano già passati 31 anni. Ogni giorno pensava al suo bambino e al momento in cui glielo avevano portato via per darlo a una coppia americana senza figli. Un documento firmato le impediva di poterlo contattare.

Jacky era segretamente innamorato di Chrissie che però non aveva nessuna intenzione di ricacciarsi in una storia, pur apprezzando le  attenzioni di Jacky. I due una sera decidono di concedersi una cena fuori. Si imbattono in due ciclisti che tagliano la strada al loro vecchio furgone. Uno dei due aveva un accento americano. I due ragazzi sono Tina e William che raggiungono in bicicletta Brian Farm. Quando Chrissie vede William è convinta di avere ritrovato Billy, tanta era la somiglianza con il padre.

William porge alla madre la lettera che avrebbe dovuto leggere 35 anni prima. Christie viene cosi a sapere la verità : suo padre non aveva detto niente della lettera e sua madre era morta prima che lei partorisse. Quanto disprezzo e rancore prova verso il padre! Christie viene anche a sapere che Billy era morto in guerra nel 1940 e si pente di averlo considerato per tanto tempo un vigliacco. Se avesse ricevuto quella lettera, la sua vita sarebbe stata sicuramente diversa.Chrissie dona a William l’unica foto che ha di Billy, ma William la rifiuta, è giusto che la tenga Chrissie ,in quanto lui considera padre Donald, colui che amorevolmente lo ha accudito e cresciuto. A Chrissie sembra tutto un sogno e finalmente si sente rinascere e capace di nuovo di amare: ora era pronta a sposare il caro e rispettoso Jacky.

Tina ritorna al suo lavoro.

Un giorno al Charitas Shop entra un uomo, dà uno sguardo ai vestiti : “Non l’avete ancora venduto questo ?” esclama soffermandosi su un abito di buona fattura. Tina capisce che è il dottor Skinner, il padre di Chrissie. Gli chiede se ha mai conosciuto un certo Billy Stirling.

Skinner racconta la sua storia “Non avrebbe fatto nessuna differenza consegnare e far leggere quella lettera”: questa era la convinzione di Skinner. Tina  pensa a tutto ciò che quella lettera non spedita aveva causato. “Ho fatto tutto per il suo bene” sono le uniche parole che Skinner riesce a dire dopo aver saputo che Tina aveva conosciuto Chrissie e suo figlio.

Un giorno Tina riceve una lettera, è di William, la prega di raggiungerlo in America e le dichiara il suo amore.   "Non ho mai amato nessuno come amo te. Non riesco a immaginare di trascorrere il resto dei miei giorni senza di te. Non amerò mai nessun' altra così tanto. Tina, ti prego, vieni in America e sposami". Molto tempo prima, grazie a qualcuno che aveva scritto una lettera, Tina aveva conosciuto William e, con le lacrime agli occhi, ringrazia Billy.

Nell’epilogo ritorniamo ad oggi, nel giardino dove nonni e nipotina stanno curando le piante. Ava, la bambina, dopo aver ascoltato la storia,  dice : “Che storia triste”. Ma Tina sa,  in cuor suo, che è finita bene. Dà uno sguardo al marito che aveva raccolto una rosa e sente il solito moto d’amore che provava in cuore ogni volta che guardava William.

Questa la storia.

Si può ben capire che “La Lettera” è un romanzo di forte impatto emotivo. I continui sbalzi temporali non ostacolano la lettura, anche se le due storie inizialmente appaiono fine a se stesse e solo alla fine si fondono, lasciando stupito il lettore. Lo stile narrativo è molto semplice e lineare, le parole scorrono veloci e bene accompagnano le storie che propongono un susseguirsi di vicende coinvolgenti ed emozionanti, trattate con una tecnica secca, distaccata, quasi giornalistica,che hanno la meglio sulla cura della descrizione dei luoghi, dei personaggi, dei particolari, dell’ambientazione storica. Questi ultimi elementi sono ben compensati dal notevole intreccio narrativo che la penna della Hughes è riuscita a tessere.

Questo romanzo, aldilà della storia e delle vicende narrate, pone l’accento su molte problematiche e aspetti sociali : la violenza sulle donne, un tema importante, un argomento di cui non ci si deve mai stancar di parlare, basti pensare ai tanti femminicidi di oggi...

Tina è una donna che subisce le violenze del marito, ma anche Chrissie è costretta ad assecondare la volontà di un padre prepotente e arrogante. Molto presenti sono anche i temi legati all’alcool, all'adozione, al rapporto di coppia, all’abbandono, ai conflitti tra genitori e figli, alla figura paterna, spesso messa in ombra o in discussione, all’incapacità di ribellarsi, al disonore che una donna incinta arreca alla famiglia, agli orfanotrofi, unico rifugio, soprattutto agli inizi del ’900 per le mamme ripudiate dalla società.

Il romanzo della Hughes assume cosi un carattere universale, in quanto rispecchia i problemi e il dolore di tante donne e vuole rendere omaggio a tutte quelle donne che hanno sofferto a causa di un sistema sociale spietato, ingiusto e crudele. Nel crescendo di emozioni, ogni donna si può identificare e percepire però, attraverso lo slancio e la sincerità dei sentimenti presenti, una scintilla, la luce della speranza che, anche nei momenti bui, non deve spegnersi mai. Tina, la protagonista del libro, non perde mai la speranza ed è proprio la speranza uno dei temi forti del romanzo. Cosi afferma la scrittrice in una intervista : “Chi perde la speranza è perduto nella vita. Penso che la speranza sia l’ispirazione per le persone nella vita. Sarei davvero contenta se, attraverso la mia storia, qualcuno potesse ritrovare la sua strada”. La scrittrice sottolinea anche il tema della violenza e così afferma nell’intervista “L'unico modo per uscire da questo vortice è la denuncia, ma non solo. Ogni donna che ha subito violenza, dovrebbe avere la forza di uscire allo scoperto, per diventare un modello per tutte coloro che non ne hanno il coraggio.”

La Lettera” è un romanzo dei nostri giorni in cui imperversano mail, whatsapp, messaggi, in cui l’arte di scrivere sembra dimenticata, in cui i sentimenti viaggiano in modo immateriale, in cui si moltiplicano i contatti ,ma sempre più si percepisce la solitudine e l’incomunicabilità. E’ un romanzo che pone la lettera cartacea al centro della narrazione, una lettera che avrebbe potuto capovolgere, se consegnata, la vita di tanti e che, comunque, una volta ritrovata, capovolge la vita di tanti; è un romanzo che ci propone, attraverso il fascino della vecchia lettera, sgualcita e ingiallita, il valore dei sentimenti e della speranza.

La cara e vecchia lettera, che ormai fa parte dei ricordi più dolci della nostra infanzia, diventa un vero e proprio volano che cambierà il futuro di Tina, che le farà conseguire e provare una inaspettata speranza, gioia, serenità. E’ l’omaggio più grande che la scrittrice, con la sua sensibilità e il suo racconto, che sottende grandi denuncie sociali, poteva fare a quel sistema di comunicazione che, per tanto tempo, per tante generazioni ha materializzato, attraverso il tatto, la vista, l’odorato, sentimenti, amori, passioni, gioie, dolori : la vecchia, antica, cara lettera.

 

 
     Area riservata      © 1996 - 2023 Biblioteca delle donne - Soverato (CZ)      Webmaster - www.sistemic.it