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LA
LETTERA
a
cura di Nuccia Fragalà
Autrice
Kathryn Hughes
Editrice
Nord
Anno
2016
Pagine
348
“Tu
e il nonno come vi siete conosciuti ?”
Tante
di noi avranno fatto una domanda simile alla propria nonna e, sarà
proprio questa curiosità di bambina ,a dare a Tina la possibilità
di raccontare e rivivere una storia intrisa di dolore, di speranza,
di amore …
Kathryn
Hughes, l’autrice del romanzo, è nata nel Cheshire, una contea
dell’Inghilterra, dove vive tuttora. Per 29 anni ha lavorato con il
marito, ha cresciuto due figli viaggiando molto. Ha sempre amato
scrivere storie, ma solo da poco si è dedicata a pieno alla
narrativa. “La lettera” è il suo primo romanzo, un romanzo che
si è subito imposto come il caso editoriale dell’anno, ha infatti
conseguito uno strepitoso successo, scalando le classifiche di tutto
il mondo e vendendo 500.000 copie, diventando in pochissimo tempo uno
best-seller dal grande impatto emotivo. Ancora oggi, in rete, sono
migliaia le recensioni positive dei lettori e ogni giorno se ne
aggiungono altre.
"Tutta
la mia storia si basa su una lettera” queste le parole dell’autrice
inglese, durante un’intervista. “Una storia d’amore e di
speranza, una storia di come tutto possa cambiare in poco tempo e
come il futuro ci possa riservare qualcosa che non avremmo mai
immaginato” continua ad affermare nell’intervista la
scrittrice che sostiene anche di non volersi fermare e che ha quasi
ultimato un nuovo romanzo. Tutto qui quello che si sa sulla sua
biografia.
Il
libro della Hughes , non presenta una unità temporale e spaziale, si
snoda, infatti, su un intreccio che ci porta all' oggi ,in America,
al 1973 e al 1939, in Inghilterra e in Irlanda.
Il
romanzo ci presenta all'inizio un quadretto georgico … Siamo in
America...Due anziani curano le piante in un giardino con la nipotina
Ava, un quadretto semplice in cui, però, si percepisce subito la
presenza dell’amore e della serenità. Sarà proprio la curiosità
e la domanda della piccola Ava a dare l’avvio al racconto...
Manchester
1973. Tina è una giovane ragazza sposata con Rick. Già dalla prima
pagina capiamo che Tina ha accanto un uomo violento, manesco, che
beve, fuma, gioca. Si era rivelato violento già dal primo giorno di
nozze, ma Tina “era certa si fosse trattato di un caso isolato”
infatti, nonostante si fosse ripromessa di non diventare una vittima,
tutte le volte che decideva di andarsene tornava indietro, vedendo il
marito pentito, umile e contrito che le giurava che non avrebbe più
alzato le mani su di lei. Ecco, così era Rick : un attimo un
prepotente, cattivo e maledetto e quello dopo un angioletto".
Egli, infatti, orfano da piccolo e viziato dalla madre era maestro
nel manipolare e convincere.
Tina
vive dunque un rapporto conflittuale e frustrante, ma da cui
non riesce a staccarsi; oltre ad occuparsi di tutto in casa, lavora
per sopperire alle mancanze del marito, spesso disoccupato, senza
intenzione di trovare un posto di lavoro e grande scommettitore. Tina
si sente appagata solo il sabato, quando presta volontariato in un
magazzino che raccoglie e distribuisce vestiti usati ai più
bisognosi.
Il
suo caro grande amico, Graham, e il suo impegno come volontaria
presso il “Charitas Shop” rappresentavano gli unici punti di
riferimento nei momenti di difficoltà e di sconforto, dandole forza
e speranza. Proprio al Charitas Shop, in un normale sabato
pomeriggio,Tina, tra gli indumenti usati, trova una giacca di ottima
fattura, nella cui tasca interna c’è una lettera.
Forse
aprire la busta ormai ingiallita,poteva sembrare un gesto invadente e
scortese, ma Tina non resiste alla tentazione. Spinta dal desiderio
di conoscere il contenuto, la apre. La lettera è datata 4 settembre
1939, è stata scritta ben 34 anni prima e non è stata mai imbucata,
un particolare che accresce la curiosità di Tina …
180
Gillbert Road
Manchester
4
settembre 1939
Christina,
tesoro mio, come sai non sono molto bravo in questo genere di cose,
ma il mio cuore è a pezzi e mi spinge ad agire. Il modo in cui ti ho
trattata ieri è imperdonabile però,ti prego, sappi che se mi sono
comportato così è stato solo perché ero sconvolto e non per quello
che provo per te. Questi ultimi mesi sono stati i più felici della
mia vita. Non te l’ho mai detto prima, lo so, ma ti amo, Chrissie,
e se tu me lo concedi, voglio trascorrere con te ogni giorno che ci
resta per dimostrartelo. Tuo padre dice che non vuoi più vedermi ed
io non posso biasimarti, ma la faccenda ora non riguarda più
soltanto noi due, c’è anche un bambino da considerare. Voglio
essere un buon padre e un buon marito. Sì, Chrissie questa è la
mia, se pur goffa, proposta. Ti prego, dì che diventerai mia moglie
e che cresceremo nostro figlio insieme. La guerra potrà anche
separarci fisicamente, ma le nostre anime saranno legate per sempre.
Ho bisogno del tuo perdono, Chrissie, ti amo.
Tuo
per sempre
Billy
La
lettera contiene, dunque, poche righe, scritte da Billy a Chrissie;
poche righe scritte con il cuore, con cui Billy chiede perdono e
scusa all’amata Chrissie, abbandonata quando viene a sapere che è
incinta. La lettera, indirizzata a Miss Skinner, non sarà mai
spedita …
Il
piccolo foglio, ingiallito dal tempo, pone a Tina mille domande
:perché questa lettera non è stata mai spedita ? Cosa vogliono dire
quelle meravigliose parole ? Chi è Billy, l’uomo che implora
perdono ? Chi è Chrissie, la destinataria della lettera ? Cosa ne
sarà stato di Billy e Chrissie? Tina non trova risposta a queste
domande, sente solo che un filo invisibile la lega a Chrissie, tra
l’altro il vero nome di Tina è proprio Christina, decide,
così, di mettersi sulle sue tracce …
Inseguire
quel ricordo ingiallito, diventa ben presto per Tina una ragione di
vita, l’unico modo per sfuggire a un marito violento ed a una
esistenza annegata in un oceano di rimpianti. Tina inizia, con una
passione e un coraggio che non sapeva nemmeno di avere, a scavare nel
passato, ad aggrapparsi a quel piccolo foglio ingiallito, convinta
che le darà la forza di cambiare, di sfidare il destino, di non
arrendersi, di scommettere sulla propria felicità. Si convince che
non è mai troppo tardi per perdonare … soprattutto se stessi. Fare
luce su questo mistero significherà per lei cambiare,incontrare
persone nuove, staccarsi da quella vita che ormai non riusciva più
ad accettare…
Con
una straordinaria abilità narrativa, la scrittrice ci porta nel
1939… conosciamo cosi la storia di Billy e Chrissie.
Billy,
nato nel 1918, è cresciuto in un orfanotrofio, un bambino senza
madre che sarà adottato da una madre senza bambino, Alice, che lo
amerà quanto, se non più , di un figlio naturale, non sarà cosi
per il padre che non lo aveva mai sentito figlio suo.
Nel
1939, Billy aveva 21 anni, era bellissimo e corteggiato, s’innamora
perdutamente di Chrissie, figlia di un medico, il dottor Skinner,
padre severissimo, e di Mabel, un'ostretrica, madre molto
arrendevole. I ragazzi si conoscono in una sala da ballo. Ma due
uomini ostacoleranno la loro storia … il dottor Skinner e un uomo
impegnato a invadere l’Europa (Hitler). Billy e Chrissie continuano
a frequentarsi e ad essere sempre più innamorati. Lei rimane
incinta. Billy, saputa la notizia, rimane sconvolto …
Sono
ancora giovani, la guerra è alle porte e il ragazzo si sente
spiazzato. Per quanto ami Chrissie non sa cosa fare e fugge,
momentaneamente, senza sapere che quella sarà l’ultima volta che
vedrà la fidanzata. Chrissie si sente delusa e sola, ma Billy ci
ripensa, torna da Christie che non gli apre la porta, la ragazza è
felice che sia tornato, ma vuole in qualche modo punirlo … Lo
avrebbe lasciato fuori per almeno un’ora. Il padre di Chrissie, il
dottor Skinner, prende l’occasione al volo e cerca di separare i
due, convincendo Billy a rinunciare a Chrissie, dicendogli che la
ragazza non ha intenzione di perdonarlo. Billy torna a casa, parla
con la dolce madre, Alice, che consiglia al figlio di scrivere una
lettera per scusarsi e chiedere perdono. Chrissie è convinta di
essere stata abbandonata da Billy, è sola, incinta e i suoi genitori
non sanno nulla. Come affrontare tutto ciò ?
Quando
la madre di Chrissie scopre che la figlia è incinta, ha una forte
reazione e teme l’ira del marito. Billy decide di scrivere la
lettera il 4 settembre, il giorno prima era stata firmata la
dichiarazione di guerra. Era scoppiata la Seconda Guerra mondiale
,Billy viene reclutato e dovrà partire.
Billy
cerca di incontrare Chrissie, si imbatte nel dottor Skinner, gli dice
che Chrissie è incinta e che sta andando a spedire una lettera per
lei. Il dottor Skinner è colto da malore, sperava ben altro per sua
figlia … convince Billy a dargli la lettera, la darà lui a
Chrissie. Prende la lettera e la mette nella tasca interna del
vestito, dove rimarrà per ben 34 anni.
Il
dottor Skinner rientra in casa e dice alla moglie Mabel di preparare
la valigia a Chrissie : per lui è una sgualdrina, deve lasciare
l’Inghilterra e andare in Irlanda da una zia, il fatto che la
ragazza sia incinta in una piccola comunità è una vergogna
insostenibile. Cosi Chrissie lascia la casa per iniziare una nuova
vita. Billy va a casa di Christie e Mabel gli dice che sua figlia è
partita. Billy chiede della lettera, ma Mabel non ne sa niente : il
dottor Skinner non l’ha consegnata a Chrissie come aveva promesso.
Una
sera Mabel, viene chiamata per un’urgenza, è una serata di
pioggia, viene investita da una macchina e morirà sul colpo.
Chrissie, in Irlanda dalla zia, si sente triste e sola, non sarà
informata né della lettera né della morte della mamma. Anche la zia
che la ospita in Irlanda muore di tisi. Chrissie, che ha stretto una
bella amicizia con Jackie, un fattore che tanto le sarà di conforto,
decide, su consiglio del parroco, di andare nel convento di St.
Bridge per partorire e garantire per tre anni una vita tranquilla al
bambino.
Il
convento di St. Bridge era un istituto femminile che accoglieva
ragazze incinte, orfane o ritenute immorali o comunque in contrasto
con la società benpensante del tempo. Questo istituto ricorda le
tante case dette “Magdalene” sorte in Inghilterra e in Irlanda
nel XIX secolo e gestite da suore che appartenevano a vari ordini per
conto della Chiesa Cattolica.
Ma
l’intreccio, l’abile intreccio narrativo della scrittrice, ci
riporta al 1973 e a Tina che intanto si è messa sulle tracce di
Chrissie. Seguendo l’indirizzo si reca sul luogo dove sarebbe
dovuta arrivare la lettera mai spedita e raccoglie notizie da una
vecchia signora che le parlerà di Chrissie e della sua storia.
Tina,
dopo aver lasciato Rick, scopre di essere incinta. Lo dice a Rick. I
due si rimettono insieme. Tina crede che Rick sia cambiato, non beve
più, solo qualche volta, sembra essere premuroso e pronto a
diventare padre. Tina continua le sue ricerche e riesce a
rintracciare Alice, la madre adottiva di Billy, ormai molto anziana.
Tina le fa vedere la lettera, quella lettera che Billy aveva scritto
proprio su suggerimento di Alice , prima di partire per la guerra
dove morirà nel 1940.
Rick
continua però a bere e a essere geloso e violento. Un giorno Tina,
tornando a casa, trova furibondo, con una lettera in mano, Rick
che le dice: “Bene, bene Christina, quando avevi intenzione di
parlarmi di questo Billy ?”. Tina cerca di spiegare il malinteso
,ma Rick si scaglia su di lei … Tina avverte un liquido tiepido tra
le gambe, perde i sensi, perde la bambina che nasce morta e che Tina
chiamerà Katy. Intanto Rick scopre il tragico malinteso quando si
accorge
che la lettera è datata 1939. Rick si dispera e trova conforto
nell’alcool, la sua gelosia si era trasformata in una paranoia di
dimensioni colossali. Quando torna a casa, vede una macchia rossa sul
pavimento, capisce tutto e trova solo la forza di scrivere “scusa”
dietro la lettera. Sa ormai di aver perso Tina, alla quale è
concessa finalmente la libertà. Due poliziotti comunicheranno a Tina
che Rick è stato trovato morto vicino a un canale, ubriaco. Tra i
singhiozzi Tina, amareggiata, confessa che avrebbe voluto avere la
possibilità di dirgli quanto lo odiava.
Nella
seconda parte del romanzo incontriamo William, un giovane, in
procinto di partire dall’America. Aspettava da tanto quel momento,
anche se gli sembrava di tradire quei genitori che per 31 anni lo
avevano amorevolmente accudito. Era stato adottato da Marta e Donald
Lane. I primi tre anni li aveva trascorsi con la madre naturale in un
convento, in Irlanda del sud, dove era venuto alla luce. Aveva sempre
saputo di essere stato adottato , ma sentiva il bisogno di conoscere
la sua vera madre, pur amando tanto i suoi genitori adottivi.
William
era nato il 10 aprile 1940, sua madre , allora ,aveva 20 anni. Tutto
ciò che sapeva sulle sue origini era contenuto in un foglio che
teneva ben custodito. Arrivato in Irlanda, William alloggia dalla
simpatica signora Flanagan e comincia a raccogliere notizie
intorno al convento dove era nato.
William
riesce finalmente a raggiungere il convento, ben protetto da muri
spessi e ricoperti da schegge di vetri rotti. Era praticamente
impossibile entrare, ma anche uscire. Riesce ad entrare nel convento
con la complicità dell’autista del furgone che portava al convento
le lenzuola. Viene accolto da suor Benedicta. William vuole sapere di
suo madre,visto che era stata lì reclusa e lui lì era nato nel
1940. Nell’ufficio delle suore una targa sul muro recita “Poi la
concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato” (Giacomo
1.5). Secca la risposta della suora alle insistenze di William. “Le
donnacce ospitate nel convento sono depravate, respinte dalla società
alla quale hanno arrecato danno e disonore. Il convento le aiuta a
partorire e poi, dopo tre anni, assicura l’adozione ai loro figli
assegnandoli a genitori amorevoli”.La suora non dà nessun 'altra
informazione.
William,
sulla via del ritorno, incontra Grace, la levatrice del
convento da 36 anni, è lei che fornirà notizie su sua madre e
illustrerà le rigide regole di St. Bridge. “Nessuna ragazza può
portare con sè il figlio quando lascia il convento e, firmando un
documento, rinuncia per sempre a qualsiasi diritto sul proprio
figlio”. Grazie a Grace, William conosce il nome della madre,
Christina Skinner. Si reca quindi a Manchester, città natale della
madre. Ora è necessario avere un certificato di nascita. L’impresa
sembra impossibile, ma una impiegata dell’anagrafe afferma che il
certificato di Christina Skinner era stato richiesto la scorsa
settimana ed era in attesa di ritiro. Chi poteva essere stato a
richiedere una copia ? William aveva un disperato bisogno di
risposte. La richiedente era una certa Tina Craig. William vede Tina
ritirare il certificato, la segue, le parla, le racconta la sua
storia. A questo punto, Tina, tira fuori la vecchia lettera
ingiallita, la porge a William e lo invita a leggerla. “Il bambino
di cui parla sono io” sono le parole che Wlilliam pronuncia con gli
occhi lucidi. Tina continua il suo racconto e William chiede a Tina
di accompagnarlo … vuole cercare sua madre. Tina accetta e durante
il viaggio racconta a William la sua storia e di come l’alcool
abbia rovinato la sua vita. William alla fine del racconto capisce
quanta importanza abbia avuto il ritrovamento di quella lettera
nella vita di Tina. Dopo varie ricerche i due incontrano una
signora che sostiene di conoscere la madre di William.
Nella
terza parte del romanzo ritroviamo Chrissie, che dopo i tre
anni dal parto, esce dal convento, e trova ospitalità a Brian Farm
presso Jacky Creevy. Doveva essere un sistemazione temporanea, ma
erano già passati 31 anni. Ogni giorno pensava al suo bambino e al
momento in cui glielo avevano portato via per darlo a una coppia
americana senza figli. Un documento firmato le impediva di poterlo
contattare.
Jacky
era segretamente innamorato di Chrissie che però non aveva nessuna
intenzione di ricacciarsi in una storia, pur apprezzando le
attenzioni di Jacky. I due una sera decidono di concedersi una cena
fuori. Si imbattono in due ciclisti che tagliano la strada al loro
vecchio furgone. Uno dei due aveva un accento americano. I due
ragazzi sono Tina e William che raggiungono in bicicletta Brian Farm.
Quando Chrissie vede William è convinta di avere ritrovato Billy,
tanta era la somiglianza con il padre.
William
porge alla madre la lettera che avrebbe dovuto leggere 35 anni prima.
Christie viene cosi a sapere la verità : suo padre non aveva detto
niente della lettera e sua madre era morta prima che lei partorisse.
Quanto disprezzo e rancore prova verso il padre! Christie viene anche
a sapere che Billy era morto in guerra nel 1940 e si pente di averlo
considerato per tanto tempo un vigliacco. Se avesse ricevuto quella
lettera, la sua vita sarebbe stata sicuramente diversa.Chrissie dona
a William l’unica foto che ha di Billy, ma William la rifiuta, è
giusto che la tenga Chrissie ,in quanto lui considera padre Donald,
colui che amorevolmente lo ha accudito e cresciuto. A Chrissie sembra
tutto un sogno e finalmente si sente rinascere e capace di nuovo di
amare: ora era pronta a sposare il caro e rispettoso Jacky.
Tina
ritorna al suo lavoro.
Un
giorno al Charitas Shop entra un uomo, dà uno sguardo ai vestiti :
“Non l’avete ancora venduto questo ?” esclama soffermandosi su
un abito di buona fattura. Tina capisce che è il dottor Skinner, il
padre di Chrissie. Gli chiede se ha mai conosciuto un certo Billy
Stirling.
Skinner
racconta la sua storia “Non avrebbe fatto nessuna differenza
consegnare e far leggere quella lettera”: questa era la convinzione
di Skinner. Tina
pensa a tutto ciò che quella lettera non spedita aveva causato. “Ho
fatto tutto per il suo bene” sono le uniche parole che Skinner
riesce a dire dopo aver saputo che Tina aveva conosciuto Chrissie e
suo figlio.
Un
giorno Tina riceve una lettera, è di William, la prega di
raggiungerlo in America e le dichiara il suo amore. "Non
ho mai amato nessuno come amo te. Non riesco a immaginare di
trascorrere il resto dei miei giorni senza di te. Non amerò mai
nessun' altra così tanto. Tina, ti prego, vieni in America e
sposami". Molto tempo prima, grazie a qualcuno che aveva
scritto una lettera, Tina aveva conosciuto William e, con le lacrime
agli occhi, ringrazia Billy.
Nell’epilogo
ritorniamo ad oggi, nel giardino dove nonni e nipotina stanno curando
le piante. Ava, la bambina, dopo aver ascoltato la storia, dice
: “Che storia triste”. Ma Tina sa, in cuor suo, che è
finita bene. Dà uno sguardo al marito che aveva raccolto una rosa e
sente il solito moto d’amore che provava in cuore ogni volta che
guardava William.
Questa
la storia.
Si
può ben capire che “La Lettera” è un romanzo di forte impatto
emotivo. I continui sbalzi temporali non ostacolano la lettura, anche
se le due storie inizialmente appaiono fine a se stesse e solo alla
fine si fondono, lasciando stupito il lettore. Lo stile narrativo è
molto semplice e lineare, le parole scorrono veloci e bene
accompagnano le storie che propongono un susseguirsi di vicende
coinvolgenti ed emozionanti, trattate con una tecnica secca,
distaccata, quasi giornalistica,che hanno la meglio sulla cura della
descrizione dei luoghi, dei personaggi, dei particolari,
dell’ambientazione storica. Questi ultimi elementi sono ben
compensati dal notevole intreccio narrativo che la penna della Hughes
è riuscita a tessere.
Questo
romanzo, aldilà della storia e delle vicende narrate, pone l’accento
su molte problematiche e aspetti sociali : la violenza sulle donne,
un tema importante, un argomento di cui non ci si deve mai stancar di
parlare, basti pensare ai tanti femminicidi di oggi...
Tina
è una donna che subisce le violenze del marito, ma anche Chrissie è
costretta ad assecondare la volontà di un padre prepotente e
arrogante. Molto presenti sono anche i temi legati all’alcool,
all'adozione, al rapporto di coppia, all’abbandono, ai conflitti
tra genitori e figli, alla figura paterna, spesso messa in ombra o in
discussione, all’incapacità di ribellarsi, al disonore che una
donna incinta arreca alla famiglia, agli orfanotrofi, unico rifugio,
soprattutto agli inizi del ’900 per le mamme ripudiate dalla
società.
Il
romanzo della Hughes assume cosi un carattere universale, in quanto
rispecchia i problemi e il dolore di tante donne e vuole rendere
omaggio a tutte quelle donne che hanno sofferto a causa di un sistema
sociale spietato, ingiusto e crudele. Nel crescendo di emozioni, ogni
donna si può identificare e percepire però, attraverso lo slancio e
la sincerità dei sentimenti presenti, una scintilla, la luce della
speranza che, anche nei momenti bui, non deve spegnersi mai. Tina, la
protagonista del libro, non perde mai la speranza ed è proprio la
speranza uno dei temi forti del romanzo. Cosi afferma la scrittrice
in una intervista : “Chi perde la speranza è perduto nella vita.
Penso che la speranza sia l’ispirazione per le persone nella vita.
Sarei davvero contenta se, attraverso la mia storia, qualcuno potesse
ritrovare la sua strada”. La scrittrice sottolinea anche il tema
della violenza e così afferma nell’intervista “L'unico modo per
uscire da questo vortice è la denuncia, ma non solo. Ogni donna che
ha subito violenza, dovrebbe avere la forza di uscire allo scoperto,
per diventare un modello per tutte coloro che non ne hanno il
coraggio.”
“La
Lettera” è un romanzo dei nostri giorni in cui imperversano mail,
whatsapp, messaggi, in cui l’arte di scrivere sembra dimenticata,
in cui i sentimenti viaggiano in modo immateriale, in cui si
moltiplicano i contatti ,ma sempre più si percepisce la solitudine e
l’incomunicabilità. E’ un romanzo che pone la lettera cartacea
al centro della narrazione, una lettera che avrebbe potuto
capovolgere, se consegnata, la vita di tanti e che, comunque, una
volta ritrovata, capovolge la vita di tanti; è un romanzo che ci
propone, attraverso il fascino della vecchia lettera, sgualcita e
ingiallita, il valore dei sentimenti e della speranza.
La
cara e vecchia lettera, che ormai fa parte dei ricordi più dolci
della nostra infanzia, diventa un vero e proprio volano che cambierà
il futuro di Tina, che le farà conseguire e provare una inaspettata
speranza, gioia, serenità. E’ l’omaggio più grande che la
scrittrice, con la sua sensibilità e il suo racconto, che sottende
grandi denuncie sociali, poteva fare a quel sistema di comunicazione
che, per tanto tempo, per tante generazioni ha materializzato,
attraverso il tatto, la vista, l’odorato, sentimenti, amori,
passioni, gioie, dolori : la vecchia, antica, cara lettera.
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