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ASSOCIAZIONE
“BIBLIOTECA DELLE DONNE DI SOVERATO”
Palazzo
di Città - 88068 Soverato (CZ)
Marjane
Satrapi
Marjane
Satrapi (in persiano: مرجان
ساتراپی Marjān
Sātrāpi; Rasht, 22 novembre 1969) è una fumettista, regista,
sceneggiatrice e illustratrice iraniana naturalizzata francese. Il
suo nome è normalmente latinizzato come Marjane in ossequio
all'ortografia francese[1].
Passa l'infanzia a Teheran,
cresciuta da una famiglia di idee progressiste e comuniste; frequenta
il locale Lycée Français e, da bambina, è testimone del
travagliato processo che porterà l'Iran da monarchia a repubblica
teocratica, passando per la rivoluzione islamica.
Nel 1983 i genitori di Marjane,
allora quattordicenne, decidono di mandarla a Vienna, in Austria,
allo scopo di tenerla lontana da un regime divenuto sempre più
oppressivo, in particolare verso le donne. Secondo quanto narrato
nell'autobiografia a fumetti Persepolis, pubblicata in Italia da
Lizard, e in seguito da Sperling & Kupfer e dal Gruppo Editoriale
L'Espresso (nella collana I classici di Repubblica serie oro), la
Satrapi trascorre nella capitale austriaca gli anni dell'adolescenza
(scuole superiori, iscrivendosi poi alla facoltà di tecnologia che
di fatto non frequentò mai), tornando poi, dopo un periodo difficile
in cui visse anche come senzatetto, in Iran per frequentare
l'università. Lì conosce un ragazzo di nome Reza, con il quale si
sposerà; il matrimonio però non dura a lungo, e dopo il divorzio la
Satrapi si trasferisce in Francia nel 1994, all'età di 25 anni[2].
Oggi vive a Parigi, dove lavora come illustratrice ed autrice di
libri per bambini. La carriera della Satrapi parte dall'incontro con
David B., un fumettista francese, del quale ha adottato lo stile,
soprattutto nelle sue prime opere.
FILM:
Persepolis
Un film di Marjane Satrapi,
Vincent Paronnaud. Con Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve,
Danielle Darrieux, Simon Abkarian, Gabrielle Lopes. continua»
Animazione, Ratings: Kids+13, durata 95 min. - Francia, USA 2007. -
Bim Distribuzione uscita venerdì 29 febbraio 2008.
Stiamo
parlando di un cartoon in bianco e nero che racconta il
fondamentalismo religioso, i soprusi verso le donne e l’esilio.
Non si
tratta di un semplice cartone animato per adulti, come se ne vedono
molti in questi anni. Persepolis è la storia di una donna, anzi,
di una bambina, che è Marjane Satrapi e della sua crescita in
un paese dove le donne non sono come gli altri.
Marjane
ha vissuto sulla sua pelle il fondamentalismo religioso
e dalla sua storia
ha tratto un gigantesco romanzo a fumetti intitolato Persepolis e
diviso in quattro volumi, che in Francia ha avuto un successo
clamoroso.
In
seguito alla sua collaborazione con un altro fumettista, Vincent
Paronnaud, ha deciso che dal
fumetto si poteva trarre un film e così è stato.
Abbiamo una piccola bambina
cresciuta in una magnifica famiglia, dove tutto viene detto e nulla
nascosto, con un nonno morto in prigione, uno zio fucilato dal
regime, e una nonna combattiva e idealista, semplicemente magica con
i suoi gelsomini dentro il reggiseno che la rendono sempre profumata.
Teheran, 1978: Marjane, otto anni, sogna di essere un profeta che
salverà il mondo. Educata da genitori molto moderni e
particolarmente legata a sua nonna, segue con trepidazione gli
avvenimenti che porteranno alla rivoluzione e provocheranno la caduta
dello scià.
Con
l'instaurazione della repubblica islamica inizia il periodo dei
"pasdaran" che controllano i comportamenti e i costumi dei
cittadini. Marjane, che deve portare il velo, diventa rivoluzionaria.
La guerra
contro l'Iraq provoca bombardamenti, privazioni e la sparizione di
parenti. La repressione interna diventa ogni giorno più dura.
La storia
è quella della piccola Marjane, che passa l’infanzia e la prima
adolescenza ad aggirare il controllo sociale dell’Iran, scoprendo
il punk e non indossando il velo.
Quando
scoppia la guerra con l'Iraq, e di fronte a una società sempre meno
laica, e più pericolosa, i genitori la vogliono proteggere e la
mandano all'estero, al liceo francese di Vienna. Marjane però non si
adatta bene alla vita europea. La giovane iraniana si troverà
a maturare senza una famiglia. A
Vienna, Marjane vive a 14 anni la sua seconda "rivoluzione":
l'adolescenza, la libertà, l'amore ma anche l'esilio, la solitudine,
la diversità. Marjane, che odia i fondamentalismi,verrà
identificata proprio con quello che non le appartiene.
Passa di
casa in casa, conoscendo la cultura occidentale, frequentando i
ritrovi giovanili e vivendo per la prima volta l'amore, che però
finisce presto, lasciandola talmente delusa da farla vagare per
Vienna, senza un tetto. A causa del fumo e delle notti trascorse
all'aperto, Marjane rischia la vita: dopo essere stata ricoverata in
ospedale ed essere guarita, chiede ai suoi genitori di poter tornare
a casa, ma senza che facciano domande sugli anni passati in Austria.
Tornata
in Iran si deprime sempre più, perché trova il suo paese in
condizioni peggiori di come lo aveva lasciato. Decide di sposarsi, ma
la vita coniugale si rivela deludente, così come il ritorno nel
Paese natio per la mancanza di libertà soprattutto per le donne. Di
fronte all'evoluzione negativa, Marjane chiede il divorzio, lascia
Teheran e si trasferisce a Parigi, lasciando i genitori e la nonna
(altra figura fondamentale nella sua vita) che morirà poco dopo.
“Non
è un film orientato politicamente - dice la regista - che vuole
schierarsi. È un film che racconta il
mio amore per la mia famiglia.
Comunque, se il pubblico occidentale
imparerà a considerare gli iraniani esseri umani come tutti gli
altri, e non nozioni astratte come
‘fondamentalisti islamici’, ‘terroristi’ o ‘l’asse del
male’, allora sentirò di aver fatto qualcosa di buono. Non
dimentichiamo che le prime vittime del fondamentalismo sono gli
stessi iraniani”.
Mariane :
“ho dovuto ripercorrere 16 anni della mia vita, comprese le cose
che avrei preferito dimenticare – ha detto - e’ stato un
processo molto doloroso. Avevo il terrore di cominciare a
scrivere la sceneggiatura. La parte più difficile è stato
cominciare, e prendere le distanze dalla storia in prima persona”.
Nelle
sue strisce e nei suoi personaggi c’è sempre un tocco di
autoironia e umorismo, come sottolineano tutti quelli che la
conoscono.
Un’ironia
che l’ha aiutata a uscire dal mondo in cui è cresciuta senza
smettere di amare il suo paese ed essere fiera delle sue origini.
Del resto, la risata rimane l’arma più sovversiva di tutte, anche
se a volte ce ne dimentichiamo.
Una pagina di
storia contemporanea, vera, dura e cruda, raccontata in modo
magistrale attraverso un cartone atipico, che mette finalmente da
parte il 3 D, per tornare al bianco e nero, a pochi sprazzi di
colore, ad un'animazione volutamente 'artigianale', capace di
ammaliarti dal primo all'ultimo minuto.
Marjane Satrapi
porta sullo schermo un ritratto d'autore, visionario, underground,
una serie di tavole d'animazione che sfiorano il concetto d'arte
contemporanea, raccontando le follie di un paese dilaniato da decenni
di guerre, attraverso gli occhi di una piccola bambina incapace di
sottomettersi al volere altrui, matta di Bruce Lee, dei Bee Gees,
degli Iron Maiden, comprati addirittura al mercato nero nascosta
sotto il fastidioso e caldo chador. Una piccola e irresistibile
morettina affascinata dall'occidente e da tutto quello che ne
consegue, in un paese dove è vietato anche tenersi per mano in
strada, se non si è sposati.
Un film
sorprendente, che emoziona, diverte, che porta a riflessioni
importanti, raccontato in modo innovativo, attraverso un bianco e
nero che affascina in maniera incredibile, con sfumature di uno
splendido carboncino che graffiano lo schermo, dando quella
sensazione di artigianalità che rende il tutto ancora più speciale.
Un piccolo
capolavoro che andrebbe fatto vedere nelle scuole, un film politico
fermo e diretto sulle proprie idee, che non nasconde, non si
autocensura, arrivando dritto all'obiettivo prefissato, ovvero al
ripudio totale dell'integralismo, a cominciare da quello islamico.
Un
cartone animato che entra di diritto nella storia del genere,
diventando il manifesto femminista più riuscito degli ultimi 10
anni.
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