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SEI COME SEI”

di Melania Mazzucco Einaudi 2013







Recensione a cura di Rosalba Aversa



Melania Mazzucco, in “Sei come sei”, traccia una figura femminile straordinaria, insolita ma credibile. Un’eroina che sa affrontare con forza, determinazione e da sola una storia drammatica, resa ancora più difficile dai pregiudizi da cui è circondata e da leggi miopi che non riconoscono ancora la piena uguaglianza e parità nelle professioni e nei legami sentimentali. Credere però che il tema conduttore del romanzo sia l’amore omosessuale è riduttivo ed errato. E’ l’amore filiale, è l’essere figli, perché lo dice la stessa Mazzucco in un’intervista ”Si può essere genitori per scelta o destino, ma è impossibile non essere figli”. E, in una famiglia potenzialmente normale, come quella di Eva, formata da una figlia e da due padri, ciò che è importante è che ci sia l’amore che dà sicurezza e certezze.

L’autrice ha scelto d’intitolare la sua opera “Sei come sei” perché” la cosa fondamentale, per non causare infelicità e disamore, è accettare l’altro e accettarsi per come si è. Tutti siamo diversi, ma la diversità non deve portare a discriminare. La storia della famiglia unita che sa affrontare difficoltà e pregiudizi, prende all’improvviso una piega drammatica: il padre Christian, giovane professore di latino, serio, responsabile, rispettoso delle regole e severo, muore in un incidente con la moto. Eva è costretta da una legge impietosa e crudele a lasciare la propria casa, la scuola, i compagni, ma soprattutto l’amato padre Giose, personaggio originale, estroso e stravagante, che si è liberato da ogni senso del dovere e vuole vivere insieme ai suoi cari, libero da ogni costrizione e felice. Quando la ragazza ha un conflitto tipico con i suoi coetanei che hanno postato su Facebook una pagina contro di lei, con insulti, offese, minacce, immagini di escrementi, e quando il ragazzino per cui prova i primi palpiti del cuore, le ruba la foto che la ritrae insieme ai suoi due padri, reagisce duramente e lo spinge, facendolo cadere nella metro. Spaventata per il tremendo gesto, scappa e va alla ricerca del padre Giose, trasferitosi a Visso sui Monti Sibillini, dove cerca di rifarsi una vita per ottenere l’affidamento di Eva.

Il romanzo diventa a questo punto storia di un viaggio, ricerca delle proprie origini, risposta ai molti perché che l’angosciano, ma soprattutto storia di una crescita personale attraverso la ricostruzione del legame che ha unito i due uomini. Scoprirà molto su se stessa e sui suoi genitori, sui sentimenti che legano le persone al di là dai ruoli e delle leggi, e sulla storia straordinaria cui deve la vita.

Nel centro del racconto ci sono pertanto un padre e una figlia che si amano in modo assoluto e totalizzante e questo porta a un’unica riflessione: riconoscere che i sentimenti non appartengono a un genere specifico, ma all’essere umano. La narrazione di questi momenti fa emergere la sensibilità e la delicatezza della scrittrice, ma anche la profonda conoscenza che ha dell’arte e della cultura classica.

La Mazzucco tratta quest’argomento attuale e dibattuto, ma ancora tanto controverso o volutamente ignorato, con garbo e delicatezza, dando alla narrazione un ritmo incalzante e veloce, facendo muovere i suoi personaggi in spazi e tempi diversi. Quando i personaggi si muovono nel passato, il ritmo della narrazione è lento, nel presente e nella realtà d’oggi è invece accelerato. E la storia, narrata con una lingua precisa e composita, con una scrittura leggera e scarna, prende e attrae come se fosse un libro d’avventure.

La scrittrice affronta il tema con leggerezza e rispetto delle diversità. E’ importante riflettere anche sul concetto della relatività del tempo che l’autrice sviluppa e chiarisce in modo semplice e chiaro: Il tempo è relativo e personale, come relativo è tutto in questo mondo, e muta per ciascun individuo. Questa riflessione filosofica l’autrice la fa rifacendosi agli studi di Dionisio il Piccolo il quale comprese che, per stabilire la data in cui cade la Santa Pasqua, bisognava far riferimento alla nascita di Gesù che, secondo lui, avveniva nell’anno 753 dalla fondazione di Roma. Lo studioso però, non conoscendo lo zero, che sarà rivelato agli occidentali dal matematico Fibonacci, all’anno I avanti Cristo faceva seguire l’anno I dopo Cristo, saltando così un anno: l’anno zero. Ed è in quell’anno mai esistito, in cui nessuno è vissuto che Eva vuole abitare” là dove vivono i personaggi dei romanzi che ho letto e che scriverò, quelli che esistono solo nelle pagine dei libri: Quelli che nascono, ma non invecchiano quelli che sono per sempre perché non furono mai”.

Non c’è nulla di esasperato o di ostentato nella narrazione della Mazzucco, anche nei momenti più difficili e dolorosi, perché quello che esce vincitore è l’amore che supera pregiudizi, diffidenze e falsi moralismi.

Soverato 26/02/2014



 
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