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Cineforum 2013

La Donna e l’Islam

Percorsi fra desiderio e realtà

a cura di Paola Nucciarelli

responsabile del gruppo-cinema della BDS - Soverato

 

 

Quest’anno il gruppo cinema di cui fanno parte oltre la sottoscritta, Adriana Esposito, Mara Gaudioso, e Maria Procopio ha scelto un tema drammaticamente attuale per le condizioni che versano ancora oggi le donne in alcune realtà, anche per la difficile coesistenza fra religioni : La Donna e L’Islam.

Questo tema, attraverso i film che abbiamo scelto, verrà trattato come desiderio di andare oltre, grazie la ricerca delle proprie radici, grazie alla nostalgia di un mondo che non c’è più grazie al desiderio di pace e giustizia.

Ecco quindi il sottotitolo: Percorsi fra desiderio e realtà.

Nel primo film che presentiamo, La donna che canta del giovane regista canadese Denis Villeneuve, il dramma è raccontato con estrema delicatezza attraverso il rapporto tra la madre e suoi gemelli, il bisogno di conoscere le proprie radici, l’accettazione della conoscenza attraverso il dolore, l'orrore della guerra al femminile, la potenza del credere nella pace e nella giustizia, il coraggio dell’obbedienza e della resistenza, il frutto della violenza che si trasforma in amore, dell’intolleranza senza fine. E su tutto c’è il ritratto di una donna dal coraggio raro e dalla forza eccezionale.

La regista libanese Nadine Labaki diventata famosa per il film Caramel, ci presenta E ora dove andiamo? All’interno di un paese libanese non ben riconoscibile troviamo un’umanità maschile ed integralista votata alla distruzione e il genere umano femminile, musulmane e cristiane accomunate dal lutto che avanzano compatte verso il desiderio di pace e lo fanno con grande inventiva e ironia. Una fiaba dolce-amara.

 Ne La sorgente dell’amore di Radu Mihaileanu, il regista di Train de vie che lotta da sempre contro gli integralismi, le donne non sono contro gli uomini in quanto tali, ma combattono il loro essersi ridotti, per machismo, per vittimismo o per pigrizia mentale allo stereotipo negativo del maschio mediterraneo.

La protagonista donna in quanto soggetto non rifiuta l'uomo come soggetto, ma lo rifiuta come ruolo assoluto e nella vita sociale lo rifiuta come ruolo autoritario.

È un piccolo mondo quello che Mihaileanu ci racconta. Ma il messaggio è quello che ricorda a tutti (non solo ai musulmani) che le Scritture predicano qualcosa di ben diverso dalla sottomissione della donna. Predicano l'amore e il rispetto reciproci. E ancora una volta sono le donne ad essere protagoniste, a raccontarci la vita e il dolore e a insegnarci che attraverso l’amore si può costruire un mondo ideale, desiderato, sognato.

L’ultimo film che presentiamo affronta il tema delle radici e della nostalgia, Almanya di Yasemin Samdereli: Chi o cosa siamo noi?” siamo la somma di tutto quello che è successo prima di noi, di tutto quello che è accaduto davanti ai nostri occhi, di tutto quello che ci è stato fatto, siamo ogni persona, ogni cosa la cui esistenza ci abbia influenzato o con la nostra esistenza abbia influenzato, siamo tutto ciò che accade dopo che non esistiamo più e ciò che non sarebbe accaduto se non fossimo mai esistiti!” Così recita il film nel finale. La morte viene interpretata come una forma di continuità, di ereditarietà di sé nelle persone che sono state “sfiorate” o “persuase” da chi apparentemente non c’è più. Nulla si perde, nemmeno una stilla d’acqua. L’acqua come memoria, l’acqua come elemento di scorrimento unificante. L’acqua di chi lascia continua a scorrere nell’alveo di chi resta: perciò, forse (sempre forse), non si muore mai davvero.

 

Proprio l’acqua, principio cosmico femminile, generatrice di vita, è quindi il fil rouge che lega tutte le pellicole, da La donna che canta in cui  è utilizzata simbolicamente, in E ora dove andiamo? in cui è usata come elemento purificante e legante fra due culture, a La sorgente dell’amore dove l’acqua è l’oggetto del contendere.

 

    Soverato 16 gennaio 2013

 
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